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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 07:54.
L'ultima modifica è del 26 marzo 2013 alle ore 13:08.
A Bruxelles devono cambiare occhiali. E forse anche da noi. Guardare allo sblocco dei debiti della Pa verso i suoi fornitori con l'attenzione al solo deficit o al solo debito non è l'unico modo. Si guardi al denominatore, cioè al Prodotto: mettere in circolo 40 miliardi (su quasi 100 dovuti) crea un moltiplicatore di ricchezza e di crescita destinato, alla lunga, a ridurre il rapporto tra deficit (o debito) e Pil.
Semplicemente perché – è intuitivo e non ci vuole Keynes – mettere in circolo la liquidità che manca crea sviluppo, evita la chiusura d'imprese e la perdita di occupazione e genera investimenti, quindi nuova crescita e nuova occupazione, oltre che nuovi consumi. È una sfida per i ragionieri, europei o nostrani: calcolare, finalmente, quanto vale passare dalla disperazione alla speranza.
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