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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2013 alle ore 08:16.

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Il merito in Italia è vittima di un errato spirito egualitarista



A volte mi sembra di vivere in un Paese dove non solo il merito è un "non valore" ma, addirittura peggio, il demerito è un modo per fare carriera. Ogni riferimento a fatti e/o persone è puramente casuale. Forse.
Vito Romaniello
Sesto San Giovanni (MI)
Chissà a quali (cattivi) esempi si riferisce il lettore, visto che è facile trovarne molti, in tutti gli ambienti: e non certo esclusivamente (se quello intendeva) nei palazzi della politica. Il fatto è che la fiducia nel merito e nell'idea che ciascuno possa fare meglio di altri contando sulle proprie capacità è incompatibile con quella visione egualitarista profondamente radicata nella cultura degli italiani.
Si comincia dalle prime classi scolastiche e poi si prosegue per tutta la vita, nella convinzione che un brutto voto o una mancata promozione (meritati) rappresentino una violazione dei propri diritti o l'espressione di oscuri complotti.
Allora si corre a chiedere la protezione dell'autorità e dello Stato, che dovrebbero trattare tutti allo stesso modo, indipendentemente da meriti e capacità: col risultato di aver dato vita a una società mediocre, che non può poi troppo lamentarsi della politica che esprime.
Il trasferimento di Ingroia
Il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di trasferire Antonio Ingroia alla Procura di Aosta. L'ex procuratore aggiunto di Palermo sceso in politica con Rivoluzione civile, si è detto «sconcertato», ha parlato di «scelta punitiva», ma ha assicurato comunque di non volersi dimettere.
Il suo desiderio sarebbe stato quello di tornare in Sicilia. Io non so se quella del Csm sia stata una decisione punitiva, sono però d'accordo con il procuratore capo di Aosta Marilinda Minecci: «il lavoro del magistrato, dovunque fatto, è di grande utilità».
Rosario Bellofiore
Palermo
Basta giochi, patto degli onesti
C'è un modo semplice per richiamare tutti coloro che, non toccati dalla crisi (politici e burocrati), sono sordi al grido di dolore del paese che si sta disgregando.
Stipuliamo da subito un grande patto tra le imprese e tutti i cittadini onesti che pagano le tasse: alla prossima scadenza tutti paghino il 50%, impegnandosi al saldo a quando sarà il prossimo governo a richiederlo.
Fausto Giovannardi
Firenzuola (Fi)
Gli stipendi dei parlamentari
Visto che i nostri rappresentanti non comprendono lo stato di indigenza in cui si trovano molte famiglie, spero vivamente che un hacker entri nel software della Camera e del Senato e blocchi, per qualche mese, gli accrediti di stipendio e rimborsi vari dei nostri parlamentari. Perché chi è sazio non può capire chi è affamato.
Lettera firmata
Porcellum incostituzionale?
Il presidente della Consulta, Franco Gallo, ha detto testualmente ieri che il nostro sistema elettorale, il cosiddetto Porcellum, è «a rischio incostituzionalità».
Bene, mi sembra però strano che queste cose si dicono a distanza di sette anni dall'approvazione della legge, sette anni in cui è stata denunciata più volte l'incostituzionalità di questa legge che ha consentito a sette persone di «nominare» il parlamento per ben tre volte,permettendo di nascere ad una classe «privilegiata» di cittadini "diversi". Il Presidente si accorge che «il principio di uguaglianza» su cui si basa tutta la nostra costituzione forse è stato violato. Meglio tardi che mai.
Lettera firmata
Pochi prestiti dalle banche
La percentuale di mutui erogati alle famiglie è scesa ad un misero 5%. La situazione per quanto riguarda i crediti alle imprese è ancora peggiore. Sulla base di queste semplici considerazioni, tutti quanti devono chiedersi a cosa servano realmente le banche.
Il sistema Paese deve rendersi conto che non ha più bisogno di un settore che assorbe solamente risorse senza offrire più nulla in cambio. Tenere aperto un conto corrente è solamente un rischio o, bene che vada, un'operazione che non permette più di ricavare alcun beneficio.
Lettera firmata

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