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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2013 alle ore 14:07.

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Papa Francesco avvia il cambiamento della Curia. Lo fa senza strappi, senza forzature. Ma il segnale che una rivoluzione è in arrivo è chiaro e forte. Ieri infatti Bergolio, a un mese dalla sua elezione, ha costituito un gruppo di otto cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Pastor Bonus, la costituzione sulla curia romana.

Il gruppo di lavoro, in cui sono rappresentati tutti i continenti e le varie sensibilità del Sacro Collegio, si riunirà per la prima volta a ottobre ma quello che conta è il segnale che il nuovo Papa manda alla Curia: si deve cambiare registro, a partire dal metodo, che sarà collegiale. Un principio ispiratore, di derivazione conciliare, che guiderà i lavori, cambiando un modello incentrato su una segreteria di Stato che fa da filtro tra il Papa e il suo governo e dove hanno avuto poco spazio le conferenze episcopali. Il gruppo avrà come coordinatore l'arcivescovo di Tegucigalpa, cardinale Oscar Maradiaga, un porporato salesiano che ha avuto rapporti dialettici con la Curia per la gestione della Caritas, di cui è presidente. Ne farà parte il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, il cui nome è circolato dopo il conclave come uno dei porporati che potrebbero assumere ruoli crescenti, forse anche nella successione di Bertone. Ci saranno poi il cileno Francisco Javier Erraruriz Ossa, l'indiano Oswald Gracias, il tedesco Reinhard Marx, l'africano Laurent Monsengwo Pasinya, il cardinale di Boston Sean O'Malley e l'arcivescovo di Sydeny Georg Pell. Segretario sarà il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, che il Papa conosce e stima (e il cui ruolo in Cei ora è destinato salire). Il portavoce padre Lombardi ha ribadito che il gruppo è consultivo e non decisionale – del resto il Papa ha già dimostrato di decidere da solo – e ha invitato a non considerare la decisione come una messa in secondo piano della Curia, che lavorerà come sempre. Ma di certo da oggi la percezione degli affari di governo sia dentro che fuori le mura leonine sono destinate a cambiare.

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