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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 07:39.

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A quasi un anno dal suo insediamento, François Hollande ha messo sul tavolo nuove misure di stimolo per l'imprenditoria, che comprendono un taglio della tassazione sui capital gain.

Un gesto simbolico di un certo rilievo da parte di un presidente francese che si trova in severa crisi di popolarità e che finora non ha riscosso molti consensi dal mondo del businees. Proprio la richiesta, contenuta nel budget dell'autunno scorso, di applicare ai capital gain le stesse aliquote che si impongono ai salari aveva creato un'ondata di proteste dal mondo dell'imprenditoria. Ora, invece, Hollande parla di sgravi sui capital gain di chi investe in start up e agevolazioni per venture capital e piccole e medie imprese che vogliono quotarsi. Vengono, inoltre, messe in campo misure per favorire il raccordo tra il mondo della scuola e quello del lavoro e una serie di provvedimenti per facilitare la vita delle aziende, soprattutto le più piccole: dalla creazione di uno speciale "visto per imprenditori", alla cancellazione dell'obbligo di pubblicazione dei conti per le Pmi di dimensioni molto ridotte, fino al supporto all'estero, tramite "Case internazionali" dedicate alle aziende francesi negli Stati Uniti e in Asia.

Hollande ha presentato il pacchetto osservando che sono le imprese che creano ricchezza, e quindi occupazione. Una presa di posizione che forse era mancata finora in modo così esplicito da parte di un presidente, pure meritoriamente impegnato a Bruxelles a promuovere politiche maggiormente orientate alla crescita. Ma ora diventa urgente e inevitabile prendere atto anche che la ripresa non può che partire dall'impresa, in Francia, come in Italia e in tutta Europa.

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