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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 07:48.

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Un Nobel della chimica, Harold Kroto, nella commissione scientifica che assegna, ormai dal 2007, il prestigioso riconoscimento. E un obiettivo su tutti: supportare la ricerca finalizzata all'uso efficiente dell'energia. Sono due degli ingredienti che hanno reso l'Eni Award, giunto alla sesta edizione, un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nel settore.

A essere premiati quest'anno sono sette scienziati provenienti da tutto il mondo, tra cui tre italiani. Roberto Danovaro, professore di Biologia ed ecologia marina presso l'Università politecnica delle Marche, si è aggiudicato il riconoscimento "Protezione dell'ambiente" per uno studio sul ruolo dei virus nel mantenimento dell'ecosistema marino. Il premio "Debutto nella ricerca", riservato ai ricercatori under 30 degli atenei italiani, è invece andato a Matteo Cargnello, laureato all'Università di Trieste e attualmente visiting student presso la University of Pensylvania, e Damiano Genovese, ricercatore presso il gruppo di Nanoscienze dell'ateneo di Bologna.

Nel filone "Nuove frontiere degli idrocarburi", sono poi stati premiati Rajamani Krishna dell'Università di Amsterdam e Philip G. Jessop del dipartimento di Chimica della Queen's University a Kingston (Ontario). Il premio "Energie rinnovabili e non convenzionali" è stato invece conferito ex aequo a Frances Arnold (California Institute of Technology) e James Liao (University of California).
I vincitori riceveranno il premio prossimamente al Quirinale dalle mani del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che conferirà anche i riconoscimenti all'innovazione Eni assegnati a tre team di ricerca interni all'azienda.

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