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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 07:06.
L'ultima modifica è del 04 giugno 2013 alle ore 07:56.

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Riposa da oggi al Met il Pugilatore, nuovo simbolo dell'anno della promozione della cultura italiana negli Stati Uniti. Una promozione che forse oggi trova ancora maggior eco quale contrappunto alle difficoltà economiche del Paese.

Il Pugilatore in riposo, eccezionale scultura greca in bronzo del periodo ellenistico, tra il IV e il II secondo secolo a.C., debutta fuori dai confini europei. Per l'occasione è stato scelto il palcoscenico d'eccezione del Metropolitan Museum of Art di New York, dove sarà esposto fino al 15 luglio, nella Mary and Michael Jaharis Gallery.

L'arrivo al museo, sponsorizzato dall'Eni, è stato organizzato dall'Ambasciata italiana a Washington, dal ministero degli Affari esteri, dal ministero per i Beni e le attività culturali e dal Museo Nazionale Romano, che ha l'opera nella propria collezione. La presentazione ufficiale ha messo in luce come "The Boxer: an ancient masterpiece", sia tra i momenti culminanti di una più ampia campagna, fatta di oltre 200 eventi in 50 città statunitensi con la partecipazione di 80 istituzioni. I Corporate Ambassadors sono Eni e Intesa Sanpaolo. Gli appuntamenti di richiamo non sono finiti: a settembre, ad esempio, l'Air and Space Museum di Washington riceverà il Codice del Volo di Leonardo da Vinci.

Il direttore del Met, Thomas Campbell, ha affermato di essere «orgoglioso di ospitare la statua: oltre duemila anni sono passati da quando questa opera è stata creata eppure il potente realismo del soggetto cattura chi la osserva». Il curatore Sean Hemingway ha parlato di occasione per il pubblico americano di conoscere l'arte ellenistica. «È un'opportunità rara poter ammirare a New York una delle più belle statue bronzee dell'antichità - ha concordato l'Ambasciatore italiano Claudio Bisogniero - L'unicità del Boxer e la sua esposizione in un museo prestigioso come il Met sono testimonianza del successo dell'Anno della cultura italiana». Il Pugilatore «riflette caratteristiche della cultura italiana, il ruolo centrale dell'essere umano».

I legami transatlantici sono al centro dell'iniziativa anche per l'Eni. «Cultura significa relazione. Attraverso la cultura in Italia e nel mondo creiamo un nesso con i nostri territori. Siamo legati a doppio filo agli Usa, come Paese e azienda», ha detto l'amministratore delegato Paolo Scaroni, giunto in serata al Met. «La cultura è l'essenza di ciò che siamo, creatività e innovazione», ha aggiunto Stefano Lucchini, senior executive vice president.

Ma il Pugilatore, forse per coincidenza, con la sua saga può servire da "ambasciatore" per l'immagine dell'Italia. La statua fu scoperta a Roma nel 1885 alle Terme di Costantino, nascosta da secoli lì per sottrarla a invasioni o furti. La figura è scolpita con estrema precisione, dai guantoni ai lineamenti tumefatti, segno che l'atleta è nel mezzo di dure battaglie. Ferito e in difficoltà, ma determinato a proseguire. «In Eni siamo dei lottatori, perché viviamo in un mondo competitivo - ha detto Scaroni - Una lotta da combattere rispettando le regole come fanno i pugili, perché altrimenti sono squalificati. Certo è che noi europei e italiani usciremo dalla crisi se lotteremo con caparbietà per farci spazio nel mondo globale».

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