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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2013 alle ore 10:30.
L'ultima modifica è del 08 giugno 2013 alle ore 08:40.
Il caro-zolla rende inaccessibile l'avvio delle imprese agricole. I prezzi alle stelle dei terreni e il difficile accesso al credito rischiano così di mortificare la rinata voglia dei giovani di trovare occupazione nei campi. Tutti gli indicatori economici dell'agricoltura sono positivi, ma senza il primo fattore produttivo, la terra, non c'è prospettiva. Eppure i terreni agricoli ci sono. Oltre un milione di ettari, per esempio, sono sotto l'ombrello dello Stato e ancora non si riesce ad avviare l'operazione di privatizzazione sancita con una legge del 2012.
Ora il ministro De Girolamo intende riprovarci e ha già attivato le sue strutture per accelerare l'operazione «terre ai giovani». Non si tratta di un lavoro facile: l'80% delle aree agricole, secondo i dati dell'Agenzia del Demanio, è infatti saldamente in mano ai Comuni, mentre la quota demaniale è di soli 5.300 ettari. Ma il treno non si può perdere. È ormai ora che lo Stato dismetta finalmente le vesti di agricoltore e faccia una volta per tutte largo agli under 40.
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