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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2013 alle ore 07:54.

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Il parco di piazza Taksim, a Istanbul, è uno dei pochi angoli verdi rimasti. Il 28 maggio un gruppo di ambientalisti turchi ha dato il via a una protesta pacifica contro il piano urbanistico che avrebbe sostituito quel polmone con una riproduzione delle caserme dell'esercito dell'epoca ottomana, un centro commerciale e dei caseggiati.

La repressione della polizia ha innescato un movimento di massa. La sua rapida espansione è stata alimentata dall'opposizione a quello che molti reputano essere un tentativo di disciplinare gli stili di vita, ma anche dalla frustrazione per le ingiustizie a livello economico. Alle dimostrazioni si sono uniti, oltre a gruppi dell'estrema sinistra, musulmani osservanti, quelli che credono che lo sviluppo urbano abbia portato a troppi cacciatori di rendite. Alcune proteste sono state violente, ma nel complesso il movimento è rimasto pacifico. Alcuni esponenti vicini al Partito Giustizia e Sviluppo al governo hanno espresso disponibilità al dialogo con i manifestanti. Il presidente Abdullah Gül ha rivestito un ruolo tranquillizzante, da statista. Una caratteristica delle proteste è la presa di distanze rispetto ai partiti esistenti, compreso il Chp, il Partito popolare repubblicano, la più ampia forza dell'opposizione laica. Da questo punto di vista il sit-in di piazza Taksim assomiglia alle proteste di qualsiasi altra parte al mondo, da "Occupy Wall Street" alle manifestazioni in Spagna e in Italia.

Certo, vi sono sempre elementi riconducibili alla realtà locale, compresa la reazione contro uno stile di vita paternalistico imposto dall'alto. Ma i socialdemocratici devono capire perché le proteste si sono sviluppate in modo indipendente dalla politica esistente. Senza questo pragmatismo, il centrosinistra in Europa e nel mondo emergente non riconquisterà slancio. I moderni sistemi di produzione, nei quali la tecnologia ha un ruolo basilare, sono diversi dalle fabbriche che hanno contrassegnato la nascita del sindacalismo e della socialdemocrazia. Oggi buona parte del Pil è prodotto con modalità più complesse perché la sinistra le possa organizzare in modo tradizionale. Ciò ha indebolito i partiti di centrosinistra. Eppure, la tecnologia e i social media hanno conferito potere al popolo, dandogli quello necessario a superare la frammentazione sociale. Negli ultimi giorni i post sugli eventi di piazza Taksim hanno occupato un posto enorme nello "spazio Tweet" del mondo intero.
In questo angolo del cyberspazio tutto è alla luce del sole, comprese le istigazioni alle peggiori forme di settarismo. Nondimeno, a prevalere sono state l'aspirazione alla libertà dell'individuo, l'accettazione della diversità, la preoccupazione per l'ambiente e un rifiuto a essere "organizzati" dall'alto. Il leader riformista del Chp, Kemal Kilicdaroglu, ha riconosciuto queste dinamiche: «I dimostranti non ci vogliono sulla linea del fronte. E noi abbiamo molto da imparare da questi eventi». Ma prima o poi la politica democratica deve guidare il cambiamento.

A New York, Parigi, Madrid, Roma, Istanbul o Nuova Delhi, stanno emergendo disagio e desiderio di cambiamento in società segnate dalle sperequazioni. La disoccupazione giovanile in aumento e i tagli alle pensioni e alla spesa sociale sopraggiungono mentre molte multinazionali evadono legalmente le tasse spostando gli utili in giurisdizioni benevole. Nella zona euro i prezzi salgono, mentre la disoccupazione è al record del 12,2 per cento. L'opposizione democratica potrà risolvere le magagne dell'ordine esistente se riconoscerà la necessità di forme nuove di mobilitazione. Deve riconoscere il forte desiderio popolare di raggiungere l'autonomia dell'individuo, di mettere a disposizione di donne e giovani più posizioni nelle leadership, e di offrire maggiore sostegno alle imprese individuali. Infine, ambiente, cambiamento del clima e solidarietà sociale saranno i temi del XXI secolo.
Agendo da soli, gli stati-nazione non potranno risolvere né l'evasione fiscale né le emissioni di biossido di carbonio. Il rinnovato patriottismo che si palesa in molti luoghi va riconciliato con la solidarietà, il rispetto per le diversità, la capacità di lavorare oltre i confini nazionali. Gli avvenimenti di Piazza Taksim riguardano la Turchia, ma riflettono aspirazioni universali.
* Kemal Dervis è stato ministro dell'Economia in Turchia nel governo di Bulent Ecevit, nel 2001, quando fu lanciato con successo un piano di risanamento triennale delle finanze turche
(Traduzione di Anna Bissanti)

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