Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2013 alle ore 06:45.

My24

Le imprese italiane hanno bisogno di una decisa riforma fiscale, di un mercato del lavoro più efficiente, di politiche industriali di lungo periodo. Ma ne hanno bisogno soprattutto a livello europeo. I governi nazionali non bastano più, e l'ultima crisi di sistema lo ha dimostrato ampiamente. Il cammino verso una nuova stagione di sviluppo deve passare inevitabilmente dall'Europa, come testimoniano le stesse imprese, ormai da decenni abituate a ragionare non più solo a livello di mercato nazionale, ma costrette a testare ogni giorno la loro competitività sui mercati mondiali. È questa la convinzione dei Cavalieri del lavoro lombardi, riuniti ieri a Milano per l'assemblea del gruppo regionale della Federazione.

«Nessun Paese, per quanto solido, può far fronte da solo a problemi che hanno prospettive ormai più ampie dei suoi confini nazionali – ha spiegato in apertura dei lavori il presidente della federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Benito Benedini –. L'ultima crisi ci ha fatto conoscere dinamiche che hanno prospettive più ampie dei confini nazionali. È urgente fare fronte comune per invertire la marcia: se vogliamo perseguire un nuovo progetto di sviluppo non possiamo che farlo rafforzando l'Unione europea e la sua integrazione». L'enfasi sul ruolo dell'Unione non esenta però il Governo nazionale dalle sue responsabilità. «I problemi sono gli stessi da troppo tempo, servono riforme strutturali, non interventi di breve respiro – ha esortato Benedini –. Le misure adottate fino ad oggi dal Governo Letta non sono sufficienti: vanno abbassate le tasse su lavoro e sulle imprese, va rafforzata la detassazione del salario di produttività, va ridotta l'Irap, bisogna rimodulare i vincoli sulla flessibilità in entrata».

Secondo i Cavalieri del Lavoro bisogna correggere, soprattutto, gli errori della riforma Fornero. «Con la nuova legge abbiamo ridotto la flessibilità in entrata, senza per questo migliorare quella in uscita – ha detto Benedini –. Paradossalmente, era meglio il vecchio articolo 18». Soprattutto, secondo il presidente dei Cavalieri del Lavoro, «bisogna migliorare l'accesso al credito delle Pmi, che oggi si vedono ridurre o cancellare i fidi. Questa è la realtà quotidiana». Una realtà che anche lo stesso presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenuto ai lavori assembleari, ha fotografato con crudezza, criticando le responsabilità del Governo nazionale. «Negli ultimi quattro anni – ha detto – il tasso di disoccupazione regionale è raddoppiato. È un'emergenza che va contrastata, ma in Lombardia non abbiamo tutti gli strumenti necessari a nostra disposizione, molto dipende dal Governo centrale». Secondo Maroni, il recente "Decreto del fare" emanato dal Governo Letta contiene «molto fumo e poco arrosto. C'è solo un intervento sulle infrastrutture lombarde, anche se non ci sono i 37 milioni per le zone terremotate – ha spiegato -. Per le imprese le misure sono insufficienti: solo chiacchiere e fondi spostati da un capitolo all'altro. La Regione Lombardia – ha spiegato Maroni – ha invece approntato un piano di interventi, che approveremo nei prossimi giorni, da un miliardo di euro e a favore di oltre 45 mila imprese».

Il dibattito dell' assemblea dei Cavalieri del Lavoro, moderato dal presidente del gruppo lombardo della Federazione, Rosario Alessandrello, si è quindi focalizzato sull'analisi delle dinamiche delle istituzioni europee e le necessità di una loro riforma. «La crisi degli Usa – ha detto Antonio Padoa Schioppa, professore emerito del l'Università degli Studi di Milano – è stata affrontata con strumenti che il Governo europeo oggi non possiede». Quindi, il professore emerito di Economia Politica dell'Università cattolica di Milano, Alberto Quadrio Curzio, ha affrontato il ruolo dell'euro e del rilancio della politica monetaria comunitaria. «Una politica economica – ha detto – deve sempre avere a che fare con tre cardini, rappresentati dalle imprese, dalla spesa pubblica e da strumenti che permettano di rendere esecutive le decisioni prese. Questo è quello che è mancato». Infine, il vicepresidente della Fondazione Edison, Marco Fortis, ha concluso l'analisi assembleare con una riflessione sullo stato di salute dell'economia italiana, prima del dibattito aperto alle riflessioni e alle considerazioni dei Cavalieri del lavoro in sala.

Durante la mattinata c'è stato spazio anche per la premiazione dei cinque nuovi cavalieri del lavoro lombardi: Nicoletta Fontana (presidente di Regia), Gaetano Miccichè (ad di Banca Imi), Marco Pasetti (ad della Farmaceutici Dott. Ciccarelli), Mario Scaglia (presidente Indeva spa). Assente per una missione all'estero il neocavaliere Aldo Bonomi, presidente e ad del gruppo Bonomi.

Shopping24

Dai nostri archivi