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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2013 alle ore 08:23.

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Il cervello umano riprodotto su piattaforme informatiche, per ricostruirne il funzionamento in linguaggio elettronico. Obiettivi: trovare una cura contro le malattie neurologiche e sviluppare computer superintelligenti. Sull'iniziativa - denominata Human brain project (Hbp) - che la Commissione europea finanzierà attraverso il bando Fet (Future and emerging technologies) Rosanna Magnano ha scritto per il Sole 24 Ore il 28 gennaio scorso l'articolo dal titolo

Il progetto Human brain project finanziato dall'Ue: il cervello umano su piattaforma informatica. «Hbp - spiegava l'autrice - è stato scelto, insieme a un'altra proposta (progetto Graphene), in una lista di 6 presentate 3 anni fa. Il finanziamento Ue appena assegnato coprirà la fase di start up (circa 54 milioni di euro per 30 mesi), ma la durata prevista degli studi è di 10 anni, per un investimento complessivo pari a 1,19 miliardi». Al progetto, coordinato dal neuroscienziato Henry Markram dell'Ecole Polytechnique Fdrale di Losanna - partecipano 87 istituti di ricerca europei e internazionali, di cui 5 italiani: l'università di Firenze con il Lens (Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare), il Politecnico di Torino, l'Università di Pavia, l'Irccs Fatebenefratelli di Brescia e il Consorzio interuniversitario Cineca di Bologna.
L'obiettivo dei ricercatori è costruire un simulatore dell'intera attività del cervello umano. Una specie di clone hi-tech. Un modello con 100 miliardi di neuroni - precisano gli esperti - permetterebbe di studiare possibili terapie per contrastare malattie come Alzheimer, Parkinson, epilessia e schizofrenia.

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