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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2013 alle ore 00:44.

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Sono già cominciati nella fabbrica di Cameri i lavori per l'assemblaggio del primo cacciabombardiere F-35 destinato all'Italia. Mentre a livello politico è controverso l'acquisto dei supercaccia americani, ridotti a 90 dal governo Monti con una spesa prevista di 12 miliardi di euro, rispetto ai 131 originari indicati nel 2009, l'industria va avanti.

A Cameri, nella base militare dove è stata costruita una fabbrica di aerei con una spesa di circa 800 milioni di euro a carico dello Stato italiano, le maestranze di Alenia Aermacchi, controllata di Finmeccanica, hanno cominciato da qualche settimana l'assemblaggio del primo supercaccia destinato all'aeronautica italiana. Il primo aereo italiano dovrebbe essere completato nel secondo semestre del 2015.

Capofila del progetto è Lockheed Martin, coinvolte anche una trentina di imprese italiane. Come in un gigantesco puzzle hi-tech, nei capannoni in provincia di Novara ci sono il muso dell'aereo costruito da Lockheed negli Usa, da oltreoceano anche la parte centrale della fusoliera, fornita da Northrop Grumman, la coda arriva dalla Gran Bretagna, targata Bae Systems. Alenia ha cominciato da alcuni mesi a produrre le ali e il cassone per gli F-35, Cameri è la seconda linea di produzione di ali oltre a quella Lockheed in Texas. Ci sono 150 addetti, entro la fine dell'anno Alenia prevede che aumentino di 80-100.

Per il primo aereo italiano però le ali arriveranno dagli Stati Uniti. L'Italia ha firmato contratti d'acquisto per tre F-35 e ha assunto impegni per almeno altri tre velivoli. Intanto in Parlamento e fuori si discute sull'opportunità di spendere 12 miliardi in un programma militare. Ieri è stata annullata, su richiesta del governo, la cerimonia inaugurale dell'assemblaggio dell'F-35 italiano che Lockheed e Alenia avevano organizzato per il 18 luglio.

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