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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2013 alle ore 09:30.

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Le borse americane – e per estensione quelle globali visto il ruolo cruciale di Wall Street – hanno un grave problema tecnologico. Che non può più essere sottovaluto e richiede sia l'attenzione urgente degli exchange e delle società di Wall Street che l'intervento delle autorità di regolamentazione, per avviare una volta per tutte un rafforzamento di sistemi elettronici e ultra-sofisticati di trading diventati sempre più vulnerabili.

A distanza di pochi giorni prima Goldman Sachs ha scosso il mercato delle opzioni con un errore di software; poi il Nasdaq è rimasto paralizzato per tre ore da un cortocircuito senza precedenti nel sistema di trasmissione dei prezzi dei titoli. Questo dopo che incidenti simili si erano già verificati con preoccupante regolarità, dal flash crash del 2010 al crack di Knigh Capitale e alla travagliata Ipo di Facebook del 2012.
In gioco sono l'integrità e la credibilità dei mercati stessi, il pericolo di gravi danni alla fiducia degli investitori e alla stabilità delle piazza finanziarie particolarmente in un clima di incertezza economica. Qualche segnale incoraggiante c'è: la fragilità inaccettabile dell'infratruttura hi-tech delle borse, la necessità di sistemi di back up e di controlli maggiori sui protagonisti del mercato armati di algoritmi e scambi ad alta velocità è stata riconosciuta da authority quali la Sec e la Cftc, che preparano riforme. Lo stesso Nasdaq ha ammesso di dover migliorare le difese tecnologiche. L'augurio degli investitori è che questi impegni non vengano più disattesi.

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