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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2013 alle ore 09:05.

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Neppure la nomina da parte del Capo dello Stato dei nuovi senatori a vita rimane al riparo dallo scontro politico. Ma di «formiche» davanti a «quel gigante che è il presidente Giorgio Napolitano» parla il premier Letta, a rendere espilicita tutta l'irritazione per l'insieme di reazioni, giudicate assolutamente sopra le righe, con nel mirino il Quirinale.
Forse conscio de rischi potenziali, il Colle aveva tenuto a precisare che il contributo all'attività del Parlamento dei nominati si sarebbe svolto «in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico di parte». Ma evidentemente non è bastato. «Sta preparando il Letta-bis con quattro nuovi senatori di sinistra», l'accusa durissima che è venuta a stretto giro di posta dal Pdl e dalla Lega.

Meno urticante la critica dei grillini che invece battono il tasto delle spese chiedendosi «se c'era proprio bisogno» di far sborsare allo Stato altri quattro generosi emolumenti a vita. Ma poi ci pensa la "pitonessa", Daniela Santanchè a dire quello che molti nel Pdl hanno pensato: lo scranno doveva andare a Silvio, per i suoi meriti imprenditoriali e politici. Sì, perchè per mesi il Pdl - più o meno apertamente - ha premuto sul Quirinale affinchè prendesse in considerazione l'ipotesi di nominare senatore a vita proprio il Cavaliere, mettendolo con una semplice firma al riparo da alcuni problemi.
Non sono certo caratura e profilo dei neosenatori a essere bersaglio di chi critica una decisione che, secondo il presidente del Consiglio Letta, «è un messaggio di speranza al Paese». «Una scelta indiscutibile», secondo il segretario del Pd Guglielmo Epifani.

Al cui plauso è tuttavia seguita una scia di attacchi per un gesto che, come detto, per centro-destra - con i «falchi» in prima fila - Cinque Stelle e Lega è parso perlomeno inopportuno sia dal punto di vista politico sia da quello economico: 4 senatori a vita sono 4 potenziali voti in più a favore del governo Letta e 4 stipendi in più da sostenere in tempi di magra.
Non solo. La nomina di oggi esclude quella di Silvio Berlusconi, ovvero un ulteriore - seppur improbabile - strumento che avrebbe potuto salvaguardare la cosiddetta «agibilità politica» del Cavaliere. "Perché non nominare Silvio? Forse perché Berlusconi è un politico, leader del centro-destra, e nominare lui sarebbe sarebbe stata una scelta troppo scomoda?», si chiede anche la deputata Pdl Elvira Savino.

Mentre Osvaldo Napoli la vede in maniera diversa e, se da un lato accetta la scelta odierna di Napolitano, dall'altro - con evidente allusione al nodo della decadenza di Berlusconi - si "attende" ora che il capo dello Stato utilizzi anche le altre "prerogative" che gli fornisce la Carta.
Ma in tanti, tra le fila del Pdl e della Lega storcono la bocca allacciandosi anche al ragionamento del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. «Facendo due calcoli vedo nel nostro futuro con questa scelta un Letta Bis con una rinnovata maggioranza», attacca l'esponente del Carroccio ricordando il ruolo-chiave che ebbero i senatori a vita nel sostegno al governo Prodi. Senatori a vita che hanno un costo e che a tanti sembrano un "lusso" in questa congiuntura.

Per il leghista Salvini la carica è addirittura «una presa per il culo per gli italiani che fanno sacrifici» mentre per il deputato 5 Stelle Sibilia non era questa la decisione da prendere mentre «il Paese sprofonda». E il suo collega a Palazzo Madama, Alberto Airola, non lesina in un personalissimo 'messaggio di benvenutò ai nuovi arrivati: "Decurtatevi lo stipendio e versate le eccedenze sul conto statale per il fondo di finanziamento alle imprese».

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