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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 08:34.

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Da Grecia e Polonia brutti segnali: l'Europa diventi più solidale



Nei supermercati greci saranno disponibili in appositi scaffali anche i cibi scaduti - a prezzi, ovviamente, ridotti rispetto a quelli originari - in modo tale da consentire anche alle molte persone colpite dalla crisi di alimentarsi senza frugare nella spazzatura. È una notizia di quelle che fanno rabbrividire e che danno il segno della profonda crisi di civiltà che stiamo vivendo in Europa. Un segno di crisi profonda arriva anche dalla Polonia, che ha deciso di nazionalizzare la previdenza privata per ridurre il debito pubblico di otto punti percentuali (dall'attuale 52,7% del Pil nazionale, scendendo così sotto la soglia del 50%). La mossa comporterà il dimezzamento del patrimonio e dunque un brusco ridimensionamento del ruolo della previdenza complementare nel sistema economico e finanziario della Polonia. Entrambe le notizie - quella che riguarda la Grecia e quella che arriva dalla Polonia - mi sembra rimettano pericolosamente indietro le lancette dell'orologio della storia.
Antonio Longo
Roma
Grecia e Polonia sono due paesi profondamente diversi tra loro, uno tra l'altro nell'euro, l'altro no. Entrambi però esprimono in modo tragico la profonda crisi del modello europeo di sviluppo e di società che non tiene il passo con l'economia globale ed è quindi costretto,tra i tanti, a fare tagli drastici anche nelle previdenze dello stato sociale. Il caso della Grecia poi è agghiacciante, richiama alla mente gli incubi della fame e della guerra.
Se l'Europa tornasse solidale almeno queste sofferenze e umiliazioni si potrebbero risparmiare ai greci. Ma così non è, gli egoismi nazionali imperano insieme agli ottimi affari che gli europei del nord fanno sulla pelle di quelli del sud. Detto questo, credo purtroppo che, se l'Europa non ritroverà un modello di crescita molto più dinamico dell'attuale, non riuscirà a difendere ancora a lungo i livelli di benessere e protezioni sociali che ha conosciuto nel dopoguerra.
Tassi Bce e credito bancario
La politica monetaria della Bce «resterà accomodante finché necessario» e pertanto «i tassi di interesse resteranno allo 0,5% o a livelli più bassi ancora a lungo». Lo ha dichiarato ieri il presidente Mario Draghi. Decisione buona e giusta. Restano da convincere le banche ad aprire con più generosità i rubinetti del credito. E qui, però, vedo molte più difficoltà.
Giorgio Marelli
Bergamo
Aiutare i siriani nonviolenti
Aderendo con entusiasmo alla giornata di preghiera e di digiuno promossa da papa Francesco per la pace in Siria e nel Medio Oriente, mi pongo la domanda da lui rivolta ai credenti e a tutti: che fare per la pace? Nell'immediato, penso sia necessario accompagnare la rete orante che si sta diffondendo nel mondo con l'invito a sostenere quanti in Siria operano per la pace nonviolenta. Il governo italiano può renderli visibili e protagonisti di un processo negoziale ancora possibile. L'Onu può aprire con loro un dialogo coinvolgente. Tra gli invisibili c'è anche il movimento Mussalaha (Riconciliazione), nato per colmare il vuoto provocato dal rumore omicida delle armi, che ha già coinvolto centinaia di alawiti, sunniti, sciiti, drusi, cristiani, arabi con dichiarazioni e iniziative comuni per la riconciliazione fra gruppi.
Sergio Paronetto
Riesumare il Piano Casa
Il governo e molti esperti d'economia si affannano a scovare ricette capaci di stimolare produzione e consumi, domanda e offerta. Suggerisco di riesumare la migliore proposta del governo Berlusconi del 2008, il cosiddetto Piano Casa, riaffermandone i tre punti cardinali: immediatezza dei lavori, gratuità, ampliamento/riqualificazione di edifici esistenti.
Luigi Fressoia
Perugia

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