Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2013 alle ore 07:56.

My24

La scomparsa del fondatore e presidente Steno Marcegaglia priva il gruppo siderurgico di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) della figura-guida che, in questi anni, aveva coordinato e supervisionato ogni scelta, all'interno, però, di una governance collegiale che già comprendeva da anni nei ruoli apicali anche i due amministratori delegati dell'azienda, vale a dire i figli Emma (già presidente di Confindustria e oggi alla guida di BusinessEurope, la Confindustria europea) e Antonio.

Nell'ambito del board (che presidia collegialmente le linee d'indirizzo strategico del gruppo), la prima detiene le deleghe relative alla gestione amministrativa e finanziaria del gruppo, mentre il secondo si occupa principalmente degli aspetti industriali e della gestione dell'internazionalizzazione (Marcegaglia conta su 51 unità commerciali e 210 rappresentanze commerciali nel mondo, oltre a una cinquantina di stabilimenti per la trasformazione e la lavorazione dell'acciaio, che danno lavoro complessivamente a 6.500 dipendenti).
Il gruppo mantovano trasforma oltre 5 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, per un volume di ricavi che l'anno scorso ha superato i 4 miliardi di euro, a quota 4,190 miliardi. Il 90% del giro d'affari proviene dalle attività di lavorazione dell'acciaio, mentre una quota minoritaria (pari a circa il 10 per cento) è riconducibile alle attività diversificate. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei ricavi, il 45% è concentrato in Italia ed il 55% all'estero, (di cui il 68% Europa, il 32% al di fuori dei confini dell'Unione europea). Dotato di una vasta gamma di prodotti («la gamma di semilavorati e prodotti finiti più ampia del mondo» dichiara la stessa azienda), Marcegaglia, come confermano i dati forniti da Siderweb, il portale specializzato nella siderurgia, è anche il maggior produttore globale di tubi saldati in acciaio inox, con una capacità produttiva di 400mila tonnellate annue concentrata in otto stabilimenti.

Oltre alla divisione siderurgica, che rappresenta la gran parte del giro d'affari del gruppo, Marcegaglia possiede anche attività orientate alla componentistica per l'industria, per la pulizia della casa, all'engineering, all'energia rinnovabile, alla fornitura di prodotti in acciaio per l'edilizia civile ed industriale e al turismo: tra i 15mila clienti del gruppo, una quota del 19% è riconducibile ai settori dell'edilizia e carpenteria, il 9% all'alimentare, ai mezzi di trasporto ed al commercio. Proprio negli ultimi mesi, però, i due eredi di Steno hanno avviato un processo di rifocalizzazione sul core business siderurgico dell'attività. L'azione più recente, su questo fronte, è stata la cessione alla francese Fives della controllata Oto Mills di Boretto, in provincia di Ravenna, specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti “chiavi in mano”, destinati ad attività produttive nel settore metallurgico (società che è stata fondamentale, negli anni Ottanta, per sostenere lo sviluppo impiantistico dei siti del gruppo Marcegaglia nel periodo di espansione dell'attività). Nelle scorse settimane, la famiglia ha confermato la volontà di dismettere, se si presenteranno adeguate possibilità, anche le attività nel turismo (l'azienda è già uscita da Forte Village) e quelle nelle energie rinnovabili.

Il gruppo Marcegaglia fa inoltre parte della cordata (guidata dalla lussemburghese Aperam e partecipata anche dal gruppo cremonese Arvedi) che ha presentato un'offerta per rilevare le Acciaierie Speciali Terni, messe in vendita dai finlandesi di Outokumpu per “correggere” una posizione dominante sul mercato europeo dell'acciaio inossidabile, in seguito al'acquisizione di Inoxum dai tedeschi di ThyssenKrupp.
Il 2012 del gruppo Marcegaglia (nato negli anni Cinquanta con un'atività di trafilatura da tondo e da piatto) si è chiuso con volumi in tenuta, un fatturato a 4,190 miliardi, in leggero calo (-3 per cento) rispetto all'anno precedente. L'esercizio ha evidenziato una perdita netta di 9 milioni, anche a causa delle svalutazioni sulle partecipazioni non core, come per esempio quelle relative ad Alitalia e Gabetti. Nella prima metà dell'anno i volumi sono risultati in linea con quelli del corrispondente periodo dell'anno precedente, grazie a un'ottima performance all'estero (+15%), accompagnata da un proseguimento della frenata sul mercato interno (-4 per cento).

Shopping24

Dai nostri archivi