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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 07:48.

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Quella tra il Tesoro italiano e il Tesoro spagnolo sta assumendo il passo e il ritmo di una partita a scacchi sul debito pubblico, dove anche la minima mossa di un pedone conta. Dalla ricorsa al titolo più lungo al peso dei margini delle Casse di compensazione, dai ritocchi sul volume delle emissioni lorde allo spread dei rendimenti in asta e sul secondario. Da anni Italia e Spagna, accomunate dal destino di Paesi periferici non assistiti da programmi esterni di aiuto sui conti pubblici, competono per attrarre gli investitori istituzionali internazionali. In chiusura d'anno, la concorrenza si fa sempre più serrata.

L'Italia nei giorni scorsi ha collocato privatamente un BTp a 40 anni. L'operazione non è pubblica - solitamente viene eseguita con un solo investitore istituzionale controparte e su richiesta - e i dettagli in via ufficiale non sono stati dati. Secondo fonti di mercato bene informate, l'Italia avrebbe emesso questo speciale BTp con una cedola al 5,05% e un prezzo che non si è discostato molto dalla pari, 100. Il Tesoro spagnolo non si è fatto attendere: anche i Bonos potrebbero essere venduti con un private placement entro fine anno, ha fatto sapere, per una scadenza di 50 anni, quindi più lunga di quella italiana. Non è detto che l' operazione di Madrid si farà - mentre Roma ha firmato - e soprattutto bisognerà vedere se la Spagna riuscirà a ottenere un prestito con la durata di mezzo secolo pagando meno dell'Italia.
Dallo scorso 13 agosto, tuttavia, la Spagna ha fatto meglio dell'Italia sul fronte dei margini richiesti da LCH Clearnet: negoziare i Bonos con durate tra zero e 1,25 anni e tra 4,75 a 15 anni costa meno dallo scorso mese. Tra i 10 e i 15 anni i margini sono calati dal 15,8% al 14%, da 4,75 a 7 anni dal 9,20% all'8,5%. Sulle scadenze brevi si passa da 0,50% a 040%, da 0,80 %a 0,70%, da 1,90% a 1,60% e da 2,90% a 2,50%. I margini applicati ai titoli di Stato italiani su tutte le scadenze sono più elevati, fatta eccezione di quelli tra 1,25 e 3,25 anni.

Anche nel confronto delle emissioni nette e lorde dei titoli di Stato, l'Italia soffre per uno svantaggio competitivo rispetto alla Spagna perchè le aste italiane sono molto più pesanti. Come se non bastasse, proprio in questi giorni l'Italia ha dovuto rivedere di parecchio al rialzo le sue stime (quasi 20 miliardi in più). Quest'anno la Spagna ha un obiettivo di emissioni lorde tra i 230 r i 250 miliardi mentre il Tesoro sfonderà quota 450 miliardi perchè le emissioni nette sono state aumentate da 80 a 98 miliardi. Il Tesoro dovrà farsi carico dell'aumento delle necessità di cassa per il rimborso dei debiti della pubblica amministrazione ma anche l'Imu potrebbe incidere. In vista di un 2014 pesante in termini di titoli di Stato in scadenza, e con il rischio di elezioni convocate entro la prossima primavera, via XX settembre intende chiudere l'anno con un cuscinetto di liquidità. La Spagna in agosto ha fissato le emissioni nette 2013 a quota 70 miliardi.
Unicredit stima che finora quest'anno il Tesoro italiano abbia collocato 182 miliardi di titoli a medio-lungo termine (BoT esclusi) su un totale di 245 attesi ma deve ancora sfoderare l'asso nella manica, la nuova emissione del BTp Italia tanto amato dai risparmiatori. La Spagna è comunque avanti nel programma 2013: 96 miliardi già fatti contro i 115 totali.

In questa partitadi misura, anche l'asta dei BoT ieri ha pesato, passata al setaccio dai traders. Ne è risultato che il rendimento dei BoT a 12 mesi dallo scorso 20 agosto (giorno dell'ultima asta spagnola) è salito di 17 centesimi mentre quello delle Letras è sceso di 3 centesimi. In parallelo, i BTp decennali dal 20 agosto hanno visto il rendimento salire dal 4,36% al 4,53% mentre quello dei Bonos a dieci anni è sceso dal 4,53% al 4,49%. Anche oggi il confronto tra i due debiti pubblici si concentrerà su altri pezzi forti della scacchiera: i BTp a 3 e 15 anni in asta e i Bonos con uguale scadenza negoziati sul secondario.

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