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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2013 alle ore 06:35.

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Dopo qualche mese di gestazione il piano Destinazione Italia sembra davvero pronto a tagliare il traguardo. La bozza è un compendio di proposte, ben 35, che se attuate sarebbero in grado di rimettere in moto la competitività del sistema Paese. E questo, in molti casi, a prescindere dall'obiettivo per il quale è nato il progetto, ovvero attrarre investimenti esteri. Perché molte delle misure avanzate sembrano in realtà manna dal cielo anche per le imprese italiane che in Italia sono nate e operano da sempre. Ben venga dunque l'impegno verso la comunità internazionale se questo servirà a dare certezze a tutti gli imprenditori (passaporto a parte) su materie strategiche come fisco, giustizia, ricerca, semplificazione di una burocrazia asfissiante. Con un'inevitabile avvertenza. Il piano nasce come raccolta di proposte, da trasformare rapidamente in atti (normativi e non): va da sé che servirebbe a poco o nulla se rimanesse solo un insieme di slide da presentare nei road show internazionali.

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