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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2013 alle ore 06:45.

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Nel giorno in cui Francesco annuncia la data di canonizzazione dei due Papi forse più amati dal popolo dei fedeli negli ultimi cento anni - 27 aprile 2014 – avvia anche il processo per la riforma della Curia mirata verso una maggiore collegialità e un più stretto collegamento con la chiesa del territorio. Il concistoro in cui ha comunicato la data in cui proclamerà santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II è avvenuto subito prima di incontrare gli otto cardinali che formeranno il ‘Consiglio della Corona', per consigliarlo soprattutto sulle questioni di governo. A partire dal cambio della “governance” vaticana, uno dei temi più urgenti visti i molti problemi generati da una eccessiva verticalizzazione.

Sulle canonizzazioni sono state rispettate le previsioni: il 27 aprile è la festa della Divina Misericordia, istituita proprio dal papa polacco. Roncalli e Wojtyla sono senza dubbio i due pontefici a cui Bergoglio si ispira più di altri per la sua azione pastorale verso gli “ultimi”, quelli che popolano le periferie esistenziali evocate sin dall'elezione.
La strada per la canonizzazione era segnata sin da giugno, quando Francesco aveva approvato il nuovo miracolo attribuito a Giovanni Paolo II e dispensato dal processo relativo ad un secondo miracolo al beato Giovanni XXIII per la radicata e diffusa fama di santità del “Papa buono”. Per quanto riguarda Wojtyla si tratta della seconda canonizzazione più rapida della storia, a meno di dieci anni dalla morte. Più veloce fu solo Sant'Antonio da Padova, la cui santificazione impiegò meno di un anno, ma eravamo nel lontano 1232.
Papa Francesco, dopo aver annunciato le canonizzazioni, è rimasto a porte chiuse con i cardinali che hanno preso parte al concistoro. Erano presenti anche gli otto cardinali del nuovo “Consiglio”, che da oggi e per tre giorni si riuniranno due volte al giorno con il Papa per discutere dei problemi della Curia e della Chiesa universale. E proprio alla vigilia della riunione Francesco ha pubblicato un documento «chirografo» – una sorta di decreto previsto dal diritto canonico, che il Papa utilizza molto nella sua azione di governo - che istituisce ufficialmente il consiglio di cardinali «per aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana».

La decisione era stata presa il 13 aprile scorso, anche con l'individuazione dei membri, e ieri è stata formalizzata. «Tra i suggerimenti emersi nel corso delle Congregazioni generali dei cardinali precedenti al Conclave - si legge nel documento -, figurava la convenienza di istituire un ristretto gruppo di membri dell'episcopato, provenienti dalle diverse parti del mondo, che il Santo Padre potesse consultare singolarmente o informa collettiva, su questioni particolari». I cardinali - che saranno ad Assisi nella visita papale il 4 ottobre - sono Maradiaga (Honduras, coordinatore), Bertello, unico italiano e il solo di Curia (guida il Governatorato), Errazuriz (Cile), Pell (Australia), Marx (Germania), Gracias (India), Pasinya (Congo), O'Malley (Usa), e come segretario il vescovo di Albano, Marcello Semeraro.
Il G-8 cardinalizio potrà spaziare su tutti i temi caldi, tenendo presente che sia sulle finanze vaticane che specificamente sullo Ior sono al lavoro due distinte commissioni di inchiesta e riforma. E sullo Ior ferve il lavoro per cercare di dare il segno verso una maggiore trasparenza: oggi è atteso il primo annual report sull'attività dell'istituto, che nel 2012 ha realizzato 87 milioni di utili. Ma proprio ieri la Reuters ha rivelato che l'Aif, l'autorità finanziaria di controllo, nel 2011 avrebbe rilevato grosse operazioni da parte delle ambasciate preso la Santa Sede di Iran, Iraq e Indonesia. Transazioni fino a 500mila euro considerato non del tutto giustificate. Ora si starebbe valutando di far chiudere i conti a tutte le ambasciate, che per la verità sono pochi rispetto ai 190 paesi accreditati.

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