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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2013 alle ore 07:55.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2013 alle ore 08:39.

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Il premio Nobel della Fisica è stato conferito ieri a Stoccolma ai professori Peter Higgs (85 anni), dell'Università di Edimburgo e Francois Englert (81 anni) dell'Università di Bruxelles. Entrambi (Englert assieme al collega Robert Brout, scomparso nel 2011) avevano proposto nel 1964, indipendentemente, una teoria che è stata confermata nel 2012 dalla scoperta del cosiddetto «bosone di Higgs» al laboratorio del Cern (in Svizzera).

«Sono sopraffatto dalla commozione», ha dichiarato Higgs (che a gennaio ha vinto anche il Premio Nonino A un maestro del nostro tempo) augurandosi che «questo riconoscimento di fondamentale importanza per la scienza aiuterà a sviluppare una consapevolezza del valore della blue-sky research» (ricerca le cui applicazioni al mondo reale non sono immediatamente evidenti, ndr). «Un Nobel che appartiene a tutti i ricercatori», ha detto il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza. Che ha aggiunto: «Noi italiani,con i nostri investimenti - frutto delle tasse dei cittadini - e i nostri scienziati, abbiamo collaborato alla validazione della teoria».

A rallegrarsi del premio è stato anche il presidente dell'Infn Fernando Ferroni, secondo il quale si tratta di «un riconoscimento importante anche per l'Italia, che con l'istituto ha sempre avuto un ruolo di primo piano nelle ricerche condotte al Cern come nella costruzione dell'acceleratore Lhc».

Una «grande emozione» è stata espressa dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati diTrieste (Sissa), che giusto pochi giorni fa aveva assegnato allo stesso Higgs il PhD honoris causa: «La scoperta del Bosone di Higgs con gli esperimenti Atlas e Cms del Cern lo scorso luglio - spiega il direttore Guido Martinelli - è una pietra miliare nella storia della fisica teorica».

Per Anna Di Ciaccio, portavoce italiana di Atlas, si tratta di un riconoscimento fondamentale «per un lavoro collettivo cui ci siamo dedicati da almeno 25 con un impegno enorme. Questo premio è come fosse il compimento di tutto questo lavoro e per me è davvero una gioia immensa».

Guido Tonelli, docente dell'Università di Pisa e ricercatore dell'Infn, uno dei protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, ha dichiarato che se l'aspettava: «Negli ultimi giorni avevo capito dai contatti con l'Accademia di Stoccolma che tirava aria di Nobel». Dal successo di oggi - precisa Tonelli - parte un messaggio di speranza: l'Italia può vantare ricercatori che si sono fatti onore in questa scoperta, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione di tutto il mondo. La mia segreta speranza è che ora i governi ne tengano conto». Congratulazioni per il premio sono arrivate anche dal Cern: per il direttore generale Rolf Heuer «la scoperta del bosone convalida il meccanismo Brout-Englert-Higgs e segna il culmine di decenni di sforzo intellettuale da molte persone in tutto il mondo».

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