Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2013 alle ore 08:26.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2013 alle ore 09:40.

My24

Nel 1982 Tommaso Padoa Schioppa, un laureato della Bocconi, coniò il termine "quartetto inconciliabile" riferendosi all'impossibilità di avere contestualmente, in un'area economica formata da più Paesi, quattro elementi: libera circolazione di beni e servizi; libera circolazione dei capitali; tassi di cambio fissi; politiche monetarie indipendenti. Ciascuno dei quattro elementi è in sé auspicabile. I primi tre favoriscono il commercio internazionale e la crescita; il quarto - politiche monetarie indipendenti - consente ai singoli Paesi di perseguire politiche coerenti con la situazione economica interna. L'introduzione della moneta unica e della Bce rispondevano alle implicazioni di policy dell'inconciliabilità sancita da Padoa Schioppa.

Queste importanti innovazioni istituzionali non sono state in grado di evitare che l'economia europea conoscesse, negli ultimi anni, una grave crisi della finanza pubblica accompagnata da una recessione che ha spinto la disoccupazione oltre il 12%. Accrescere la competitività dei Paesi più deboli e dell'Ue passa per un aumento degli investimenti. Nel periodo dal 2007 al 2012 nell'Europa a 27 gli investimenti reali sono diminuiti in modo rilevante, più di quanto non siano diminuiti i consumi o il Pil. Questa caduta riguarda sia gli investimenti esteri sia quelli privati interni. La caduta più rilevante, in percentuale del Pil, ha riguardato i Paesi del Sud Europa come Spagna e Italia. Il primo obiettivo è dunque stimolare una ripresa degli investimenti, specie nei Paesi meno competitivi come l'Italia. Più che pensare a grandi progetti fondati su aumenti di spesa pubblica, di fatto impossibili nelle attuali condizioni, occorre creare le condizioni che favoriscano la ripresa degli investimenti privati. Ciò richiede di rimuovere gli ostacoli di natura microeconomica che disincentivano tali investimenti e di favorire l'allentamento della morsa creditizia.

La ripresa del settore bancario passa per la realizzazione dell'Unione bancaria che per essere compiuta richiede un meccanismo comune di risoluzione delle crisi che faccia affidamento a un fondo europeo. Un simile meccanismo attenuerebbe l'impatto del rischio sovrano dei singoli Paesi e ridurrebbe il costo del funding per le banche dei Paesi periferici. Si avrebbero una riduzione del costo del credito nei Paesi più deboli e un'allocazione più efficiente dei capitali. I benefici per le imprese sarebbero evidenti.
Tornando a Padoa Schioppa, la crisi dell'Eurozona ha evidenziato come l'unione monetaria rappresenti uno stadio intermedio nell'integrazione. Si potrebbe argomentare a favore di un quintetto inconciliabile: un'area economica caratterizzata da libera circolazione di beni, servizi e capitali e da tassi di cambio fissi non richiede solo di abbandonare politiche monetarie indipendenti, ma impone l'introduzione di meccanismi comuni che consentano di alleviare crisi regionali e di favorire, mediante investimenti mirati, una maggiore convergenza della competitività dei singoli Paesi.

Questa fase ulteriore nel processo di integrazione non può tuttavia sostituirsi alle riforme strutturali che Paesi come il nostro sono chiamati a realizzare: una riforma del mercato del lavoro che ne accresca il grado di flessibilità, una riforma del sistema fiscale che ne riduca le distorsioni spostando il carico dal lavoro ai patrimoni, una riforma della giustizia civile che ne migliori il grado di efficienza riducendone i tempi, una riforma della pubblica amministrazione che ne potenzi l'efficacia.
Come possono le università contribuire a rilanciare la competitività? Le evidenze sul ruolo che un livello di istruzione elevato nella popolazione svolge nel favorire lo sviluppo sono numerose e hanno spinto numerosi Paesi ad adottare politiche mirate a favorire un aumento della quota di giovani che conseguono una formazione universitaria (politiche sulle quali l'Italia è deficitaria). La Commissione ha posto il ruolo dell'istruzione e della ricerca al centro di una strategia volta ad accrescere la competitività. Possiamo parlare anche per le università di un quintetto, questa volta auspicabilmente conciliabile. Le università, ed è la strada su cui è impegnata la Bocconi, devono essere in grado di: operare come agenti per lo sviluppo e la mobilità sociale; stimolare l'innovazione e la crescita; preparare la futura classe dirigente; essere polo di attrazione di capitale umano e fare da ponte con il mondo del lavoro.
Andrea Sironi è rettore dell'Università Bocconi di Milano
Oggi l'inaugurazione dell'anno accademico
A Milano (ore 11, Aula Magna via Roentgen 1) con Mario Monti, Andrea Sironi, Bruno Pavesi, Antonio Aloisi e Vittorio Colao.

Shopping24

Dai nostri archivi