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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2014 alle ore 08:17.

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Entro la fine di questo secolo, dieci miliardi di persone popoleranno il nostro pianeta, di cui 8,5 miliardi nelle città. Forse un incubo. Forse, con un'adeguata volontà politica, le giuste idee e la creatività, oltre ad alcuni semplici e pratici cambiamenti, potremmo invece creare le città dei nostri sogni.
La battaglia per mantenere le città del mondo dinamiche e allo stesso tempo sostenibili può essere vinta sviluppando percorsi innovativi per consumare le nostre risorse limitate senza spingersi al limite e senza degradare i delicati sistemi ecologici da cui dipendono. Il mondo deve quindi far fronte a sei grandi sfide.
1 La prima è che dobbiamo cambiare il modo in cui progettiamo le città. La sostenibilità deve essere l'anima di tutte le progettazioni urbanistiche, soprattutto nelle città costiere che presto faranno i conti con gli effetti devastanti del cambiamento climatico. Le città a maggiore densità utilizzano il territorio in modo più efficiente, riducono la necessità di auto private e aumentano la qualità della vita creando spazio per parchi e natura.
2 La seconda è che dobbiamo ripensare a come progettare e far funzionare gli edifici affinché utilizzino meno energia o, meglio ancora, generino energia. I nostri codici dell'edilizia devono promuovere l'ingegneria e le tecnologie costruttive ad efficienza energetica, che possono essere supportate da incentivi fiscali e da norme più severe.
3 La terza sfida consiste nel modificare le abitudini dei cittadini in fatto di trasporti. Ciò significa passare dalle auto private al trasporto pubblico, e dalle strade alla ferrovia.
4 La quarta sfida è cambiare in modo in cui produciamo, trasportiamo e consumiamo energia. Significa creare sistemi energetici più efficienti e aumentare i nostri investimenti in fonti rinnovabili. Possiamo altresì incoraggiare le famiglie a consumare meno energia e le società a ridurre la quantità energia che consumano.
5 La quinta sfida consiste nel riformare la gestione delle risorse idriche e le infrastrutture legate all'acqua. Per farlo dobbiamo integrare i vari aspetti della gestione idrica, come l'approvvigionamento per le famiglie, la raccolta dell'acqua piovana, il trattamento e il riciclo dell'acqua e sistemi di controllo delle inondazioni.
6 Infine, sesto punto, dobbiamo cambiare il modo in cui gestiamo i rifiuti solidi così che diventino una risorsa e non un costo. In molti Paesi in via di sviluppo, il 60-80% dei rifiuti solidi sono organici, con gli scarichi aperti che provocano l'ingresso nell'atmosfera delle eccessive quantità di metano. I governi locali già a corto di risorse spendono il 30-40% dei bilanci in gestione dei rifiuti ma senza grandi risultati. Eppure, basterebbero alcune semplici migliorie tecnologiche e di progettazione e il 90% di questi rifiuti potrebbe essere convertito in qualcosa di utile, come biogas e combustibile derivato da altre fonti.
Queste sei fasi richiedono l'aiuto del governo a tutti i livelli, affinché cooperi, investa su vasta scala, condivida idee, replichi le migliori prassi e pianifichi a lungo termine. La sfida è grande e impegnativa, ma non impossibile. Se perseguita, il mondo potrebbe avere il futuro urbano che merita.
Noeleen Heyzer è vicesegretario generale dell'Onu
© PROJECT SYNDICATE, 2014

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