Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2014 alle ore 06:43.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 13:54.

Tra gli affreschi dell'antica Pompei non c'è traccia del mito di Sisifo, eppure niente come il destino del semidio, condannato per l'eternità a un lavoro faticoso e infruttuoso, rappresenta le sorti del sito.

Le ricette per salvare gli scavi si succedono, s'integrano, si contrappongono e a volte si ripetono. Come i crolli: tre negli ultimi tre giorni, al tempio di Venere, nella necropoli di Porta Nocera e in una bottega di via Nola. La procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta contro ignoti per disastro colposo. Sono 29 gli episodi che, in concomitanza di temporali, si sono verificati negli ultimi cinque anni. Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali, parla di «emergenza costante, dato che nel 2013 ci sono stati 13 crolli» e per oggi, al Collegio Romano, ha convocato un summit con il direttore generale del Grande progetto Pompei Giovanni Nistri, il dg per le Antichità Luigi Malnati e Massimo Osanna, soprintendente in pectore. L'incontro dovrebbe partorire il ri-finanziamento delle attività di manutenzione ordinaria nel sito, per le quali al momento sono in cassa appena due milioni sul biennio 2013-2014. In agenda anche il computo dei crolli e lo stato del Grande progetto da 105 milioni cofinanziato dalla Ue.

Di nuovo al centro del tavolo la manutenzione ordinaria, invocata da sindacati e partiti. Un ritorno all'antico, alla stagione che precedette l'entrata in vigore della Legge Merloni (109/94), quando le piccole emergenze venivano tamponate dagli operai della soprintendenza, piuttosto che ricorrere ad aziende esterne con bandi. La Legge Valore Cultura (112/2013) ha scorporato la soprintendenza di Pompei da quella di Napoli, com'era prima del 2008. E ha istituito la figura del dg di progetto che ripropone un po' l'epoca dei city manager apertasi nel 1998, un po' l'avventuroso feuilleton dei commissari di protezione civile, culminato in Tribunale.

Quanto al Grande progetto, malgrado il suo lancio risalga al 2012, finora c'è un solo cantiere chiuso: la Casa del Criptoportico, consegnata pochi giorni fa. Cinque i cantieri attivi per un importo complessivo di oltre 8,4 milioni. Per sette bandi le gare sono concluse e si attende l'aggiudicazione (investimento di 20,2 milioni). Procedura concorsuale in atto per il restauro della Regio VII, insula 5 (740mila euro). Risulta poi che, dall'estate scorsa, ci siano dieci bandi giacenti, per un importo di 40 milioni, che avrebbero bisogno di una firma per partire. Solite dinamiche: fino alla stesura degli avvisi di gara si procede spediti. I problemi arrivano quando parte la macchina della burocrazia. Sommando tutti e 14 i capitoli finora toccati, si superano di poco i 30 milioni. Come sarà possibile spendere l'intera dote di 105 milioni entro il termine di giugno del 2015? In compenso si litiga su tutto: per la nomina del dg Nistri c'è voluto un braccio di ferro di sei mesi, su quella del soprintendente Osanna - un esterno preferito a candidature interne al Mibact - incombe ora il giudizio della Corte dei Conti. Della task force che dovrebbe velocizzare la spesa non c'è ancora traccia. Il tempo a Pompei è insomma una variabile aleatoria. Eppure col tempo, diceva un pompeiano illustre di nome Lucrezio, la goccia scava la pietra. E butta giù i monumenti.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi