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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 07:55.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 13:55.
L'hanno chiamata operazione Tramonto. Eppure è stato alle prime luci dell'alba di ieri che 200 finanzieri hanno eseguito una vasta operazione nei confronti di un sodalizio di stampo mafioso, radicato sul litorale laziale. Arrestate 16 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Sequestrate 10 attività commerciali, tra cui uno dei lidi più in voga del litorale romano, il Faber Village, per un valore complessivo di oltre sei milioni.
Le indagini – coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia con il procuratore capo Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Michele Prestipino Giarritta, il pm Ilaria Calò ed eseguite dalle Fiamme Gialle del Gico del Nucleo di polizia Tributaria e del II Gruppo Roma – hanno permesso di accertare come il clan Fasciani si fosse radicato nell'economia legale attraverso la costituzione, tramite prestanome, di una serie di società operanti nel settore della ristorazione, della gestione di stabilimenti balneari, delle discoteche e della rivendita e noleggio di autovetture.
Negli ultimi due anni i Fasciani hanno attuato la politica della "mimetizzazione", diretta a nascondere i reali proprietari delle attività commerciali e, soprattutto, a preservare i patrimoni illecitamente accumulati, frutto dei reati di usura, estorsione e traffico di stupefacenti, già, peraltro, accertati, in altri contesti investigativi, dalla stessa Dda di Roma.
Con la regia di Carmine Fasciani, schermata da teste di legno per lo più prive di precedenti di polizia, si è assistito ad una vera e propria "espansione mafiosa", attuata mediante la capillare acquisizione di importanti fette del mercato legale a danno degli imprenditori onesti, nei cui confronti veniva attuata una spietata concorrenza sleale. (R.Gal.)
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