Se falliscono anche i corporate bond

Chaori Solar è sull'orlo del default, non riesce a pagare i 14,6 milioni di dollari di interessi sul bond da un miliardo di yuan (163,3 milioni di dollari) ormai già scaduti. Trattative febbrili sono in corso per evitare il peggio, ma quello che si profila non è un crack qualsiasi, è il primo caso di fallimento di un corporate bond in Cina. Un precedente scomodo che, peraltro, riguarderebbe una società attiva in un settore maturo come quello dell'energia solare che tanti patemi d'animo ha fatto soffrire al Governo di Pechino.

Le falle del settore industriale, in primis la sovraproduzione, si sono trasferite armi e bagagli in quello finanziario, c'è chi parla in queste ore di un vero e proprio momento alla Bear Stearns, nel 2008 il mercato americano iniziò a metter mano al debito subprime con tutto quello che poi ne scaturì per gli Stati Uniti e il resto del mondo.
Certo, anche i giganti Suntech Power e LDK Solar sono implosi, ma fuori dai confini cinesi. La prima ha appena portato i libri in un tribunale di Manhattan. Crolli colossali, comunque, realizzati però offshore, come si suol dire. Stavolta è diverso, Chaori Solar è di Shanghai ed è quotata in borsa a Shenzhen, più cinese di così.
Il fatto è che dal 2007, da quando i corporate bond hanno fatto il loro ingresso nel mercato cinese, non c'è mai stato alcun fallimento, un elemento che viene interpretato come una mancanza di trasparenza per un una piazza che sette anni fa valeva 800 miliardi di yuan (130 milioni di dollari ) e ora 8,7 trilioni di yuan (14 miliardi di dollari).

Se lo Stato eviterà l'ennesimo crack avrà solo ritardato la resa dei conti specie nella sottostante economia reale. Il premier Li Keqiang nella relazione all'Assemblea del Popolo mercoledì scorso lo ha promesso: mai più overcapacity. Ebbene, è ancora fresco l'annuncio del ministero dell'Industria: finanzierà con China Development Bank nuovi progetti nel solare per 14 gigawatt. L'anno scorso - ma era un anno di crisi della domanda globale e la Cina era in lotta per i dazi con l'America e l'Europa - i gigawatt erano stati "appena" 12.