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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2014 alle ore 06:41.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2014 alle ore 06:53.

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I tanti vantaggi dell'euro anche per la Germania



Non contenti del fallimento dell'unità d'Italia, abbiamo perseverato partecipando
al tentativo di unire l'Europa. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, malgrado molti si ostinino a non voler guardare. Ormai ci siamo dentro e uscirne forse sarebbe un errore ancora più grave di quello di esserci entrati.
È come un divorzio: devi potertelo permettere, altrimenti finisci per morire di fame. Qual è l'unico Paese europeo che potrebbe permettersi il lusso di uscire dall'euro? Cosa aspettiamo a prendere atto che l'unico Paese che può (e forse deve) uscire dalla moneta unica è quello di Angela Merkel? Non è forse la cosa più logica che un Paese forte come la Germania torni al tanto amato marco tedesco, come il Regno Unito ha mantenuto la sterlina?
Gianni Castia
Caro Castia, che l'uscita dall'euro ci costerebbe più di un divorzio, ci spellerebbe vivi, non c'è dubbio. Non sono invece affatto sicura che sia interesse della Germania abbandonarlo inseguendo una sorta di splendido isolamento monetario in Europa. Prima di tutto l'euro è una fotocopia tutto sommato ben riuscita del marco tedesco e ha il grande vantaggio di essere meno forte di quello che sarebbe la vecchia moneta della Germania e quindi di aiutare il suo export. Senza contare i vantaggi che la moneta unica offre, in termini di stabilità esente da rischi di svalutazioni altrui, nel mercato unico europeo alle economie più competitive, com'è quella tedesca.
Quindi, comunque la si rigiri, per ora all'euro non si scappa. L'Italia deve rassegnarsi a fare i suoi compiti a casa che sono le riforme strutturali e la riduzione del debito per tornare a crescere. In fondo è qualcosa che è nel nostro primario interesse nazionale.
L'Europa ci bacchetta
L'altro ieri le riforme del governo Renzi, gli 80 euro netti al mese in più nelle buste paga sotto i 1.500 euro. E ieri la doccia fredda della Bce, che bacchetta l'Italia: «Non ha fatto progressi sul deficit», dicono da Francoforte. Nel bollettino dell'Eurotower si sottolinea che dall'Italia non è arrivato «nessun progresso tangibile verso i target di medio termine». E la Commissione Ue dice: «Bene il taglio del cuneo, ma rispettare impegni». A chi dobbiamo credere? Al premier Renzi o ai burocrati di Bce e Commissione?
Lettera firmata
Roma
Tassare le rendite finanziarie / 1
Con questa ultima mazzata, anche
la tassazione italiana sulle rendite finanziarie balza al primo posto
in Europa.
N.V.
Tassare le rendite finanziarie / 2
Trovare risorse economiche aumentando le tasse sui risparmi è stata un'operazione che sapeva fare mio figlio. Assottigliare i già magri rendimenti ricavati da risparmi sudati con sacrificio, che nel mio caso erano già stati tassati in quanto derivanti
da lavoro dipendente, è stata una pensata da grande statista.
In questi anni difficili di crisi, almeno
il poter contare su rendite certe, generate da denaro faticosamente risparmiato, mi dava un briciolo di serenità ora spazzato via.
Credevo che il governo Renzi potesse dare un segno di cambiamento, trovando le risorse necessarie tagliando i moltissimi sprechi
dello Stato, invece si son messe
le mani nelle mie tasche e in quelle
di tanti risparmiatori.
Walter Bocca
E i pensionati?
Sono contento per i dipendenti con uno stipendio inferiore a 1.500 euro al mese, che da maggio avranno 80 euro netti
in più in busta paga. Ma ai lavoratori autonomi, ai precari e ai pensionati, qualcuno ha pensato? Mi auguro che
il premier Renzi si ricordi che la stragrande maggioranza di questi ultimi non arriva a mille euro al mese.
Silvano Stoppa
Un anno di Papa Francesco
Da un anno la Chiesa ha un nuovo Papa. Francesco, con la sua semplicità e la sua capacità di parlare a tutti e in tutte le lingue del mondo, ha determinato una svolta nella Chiesa cattolica. C'è grande entusiasmo attorno alla sua figura e alla possibilità che possa davvero creare una Chiesa come il Vangelo l'ha descritta. A volte, penso che anche il nostro sgangherato Paese avrebbe bisogno di una figura di statista rivoluzionario come Papa Francesco.
Lettera firmata
Milano

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