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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2014 alle ore 07:25.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 14:12.
Il premier Renzi aveva promesso un pagamento di debiti della Pa entro 30 giorni. Poi il Governo ha scelto di procedere con un Ddl e i tempi si allungano. Nella migliore delle ipotesi si andrà a settembre. Un periodo lunghissimo. La speranza è che il Ddl possa essere trasformato in decreto per poter assicurare prima possibile alle imprese l'ossigeno necessario per ripartire dopo gli urti della crisi e rimettere in circolo liquidità da investire o da usare per saldare debiti tra privati.
E qui sta il circolo vizioso, anche i debiti della Pa tardano i pagamenti tra privati e rendono diffili i recuperi crediti. La massa debitoria di imprese e famiglie è qualitativamente peggiorata anche nel 2013. Tanto che Unirec - l'associazione che raccoglie in Confindustria Servizi le aziende impegnate nel recupero crediti - stima un rialzo nel numero delle pratiche (da 35 milioni del 2012 a oltre 36 milioni) e del valore (da 43 a 44 miliardi). Nel contempo si stima un calo del 20-21% dei risultati di recupero.
In questo contesto, un terzo delle imprese associate chiuderà in perdita l'esercizio scorso. In sette anni la massa creditizia è letteralmente esplosa: erano 15,2 miliardi nel 2007, siamo a 44 miliardi nel 2013. Se almeno la Pa saldasse i suoi debiti, molte aziende potrebbe pagare i fornitori, rientrare dai debiti. Si liberebbero risorse per gli investimenti: uno straordinario volano di crescita che avrebbe, alla fine del circuito, anche benefici sui conti pubblici. Fare l'operazione al più presto possibile e senza complicazioni burocratiche sarebbe conveniente oltre che etico.
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