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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2014 alle ore 17:52.
1. Una costituente per la cultura.
Un'azione assolutamente necessaria perché senza cultura non c'è sviluppo. Dove per "cultura" deve intendersi una concezione allargata che implichi educazione, istruzione, ricerca scientifica, conoscenza. E per "sviluppo" non una nozione meramente economicistica, ma la capacità di valorizzare i saperi, di guidare il cambiamento.
2. Strategie di lungo periodo.
Se vogliamo davvero ritornare a crescere dobbiamo pensare a un'ottica di medio-lungo periodo. La cultura e la ricerca innescano l'innovazione, creando occupazione e producendo progresso e sviluppo. Questo tema deve tornare al centro dell'azione di tutto il governo ed è una condizione assolutamente necessaria per il futuro dei giovani: chi pensa alla crescita senza ricerca, senza cultura, senza innovazione, ipotizza per loro un futuro da consumatori disoccupati, e inasprisce uno scontro generazionale senza vie d'uscita.
3. Cooperazione tra i ministeri.
Strategia e scelte operative per lo sviluppo della cultura devono essere condivise dal ministro dei Beni Culturali con quello dello Sviluppo, del Welfare, della Istruzione e ricerca, degli Esteri e con il Presidente del Consiglio. E il Ministero dei Beni Culturali e del paesaggio dovrebbe agire in stretta coordinazione con quelli dell'Ambiente e del Turismo.
4. L'arte a scuola e la cultura scientifica.
L'azione pubblica deve contribuire a radicare a tutti i livelli educativi, dalle elementari all'università, lo studio dell'arte e della storia, non disgiunto dalla formazione di una mentalità scientifica e antidogmatica, per rendere i giovani i custodi del nostro patrimonio, e per poter fare in modo che essi ne traggano alimento per la creatività del futuro, formando nel contempo i giovani ad una cultura del merito, che deve attraversare tutte le fasi educative.
5. Merito, complementarietà pubblico-privato, sgravi ed equità fiscale.
La complementarità pubblico/privato deve divenire cultura diffusa e non presentarsi solo in episodi isolati. Può nascere solo se non è pensata come sostitutiva dell'intervento pubblico, ma fondata sulla condivisione con le imprese e i singoli cittadini del valore pubblico della cultura. E per creare le condizioni per una reale complementarità tra investimento pubblico e intervento dei privati non devono mancare provvedimenti legislativi a sostegno di quest'ultimo attraverso un sistema di sgravi fiscali.
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