Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 06:38.

My24

Unioni civili e coppie di fatto. Fecondazione eterologa. Divorzio breve. Filiazione senza distinzioni tra naturale e legittima. Sono le tessere che stanno componendo il mosaico della riforma del diritto di famiglia.
A posizionarle non è una mano unica, anzi. L'ultima ad avere innestato principi innovativi è stata la Corte costituzionale con due sentenze depositate il 10 e l'11 giugno scorsi (rispettivamente, la 162 e la 170). Con la prima pronuncia la Consulta ha cancellato dalla legge 40 del 2004 il divieto di procedere alla fecondazione eterologa, nei casi in cui è stata diagnosticata una patologia che provoca sterilità o infertilità assolute e irreversibili. E questo per tutelare il diritto ad avere figli, riconosciuto come «incoercibile» dalla Corte.
Nella seconda sentenza i giudici costituzionali hanno affrontato il caso di due coniugi, che, nonostante il cambio di sesso del marito, hanno chiesto di restare sposati. Una possibilità che la Costituzione non ammette, ha affermato la Consulta. Che però ha chiesto al legislatore di introdurre «con la massima sollecitudine» una «forma alternativa» di unione, «diversa dal matrimonio», che consenta ai coniugi di «evitare il passaggio da uno stato di massima protezione giuridica a una condizione di assoluta indeterminatezza». Del resto, la necessità di offrire una cornice giuridica alle unioni omosessuali è già stata affermata dalla Consulta nel 2010: nella sentenza 138, i giudici hanno sostenuto che a due persone dello stesso sesso che convivono stabilmente spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendo «nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri».
Sulla palla alzata dalla Corte costituzionale si è lanciato il Parlamento, che ha accelerato l'esame delle proposte di legge sulle unioni civili. A partire dai numerosi Ddl in materia al vaglio della commissione Giustizia del Senato, già lo scorso 8 aprile la relatrice, Monica Cirinnà (Pd), ha presentato due testi unificati: il primo è dedicato alle unioni civili tra persone dello stesso sesso e apre a un legame simile a quello che si crea con il matrimonio; l'altro disciplina i patti di convivenza e le convivenze di fatto, aperti sia alle coppie eterosessuali, sia a quelle omosessuali. Ma Cirinnà ha annunciato per domani un nuovo testo unificato, che comprende sia le regole sulle unioni civili, sia quelle sulle coppie di fatto.
D'altra parte, a chiedere una disciplina sulle unioni civili, prima ancora della Corte costituzonale, è l'evoluzione della società. Infatti, mettendo a confronto le rilevazioni del censimento del 2011 con quello del 2001, emerge che mentre le coppie sposate sono in calo, quelle non coniugate sono aumentate in media di oltre il 140% a livello nazionale, passando da 510mila a 1,2 milioni. È vero che la quasi totalità delle coppie è formata da marito e moglie. Ma il dato sulle coppie di fatto è sottostimato, perché non tutte si dichiarano, sia quando i partner sono di sesso diverso, sia, soprattutto, quando sono dello stesso sesso: il censimento del 2011 ha rilevato appena 7.513 coppie omosessuali.
Nella direzione di tutelare le famiglie di fatto sono andate anche le norme già varate, vale a dire la legge 219 del 2012 e il decreto legislativo 154 del 2013 (quest'ultimo in vigore da febbraio), che hanno fatto cadere le discriminazioni tra i figli nati da marito e moglie e quelli nati fuori dal matrimonio.
Non solo unioni civili. All'esame della commissione Giustizia del Senato c'è anche il Ddl sul divorzio breve, che, nella versione già approvata dalla Camera, permette a marito e moglie di dirsi addio dopo sei mesi di separazione, se è consensuale, o dopo un anno, se è giudiziale: si riducono così di molto i tempi rispetto ai tre anni previsti oggi. Rosanna Filippin (Pd), relatrice insieme con Maria Elisabetta Casellati (Fi), assicura che la commissione intende fare presto: «Cercheremo di licenziare il testo per l'Aula entro la pausa estiva – afferma – anche se sui tempi pesa l'incognita delle modifiche». Non è esclusa, tra l'altro, la possibilità di recuperare il divorzio diretto, vale a dire l'opzione di finire il matrimonio senza passare per la separazione. Si profila, così, il ritorno del testo alla Camera in terza lettura.
In cantiere, quindi, non c'è un riordino complessivo. Piuttosto, è stata imboccata la strada di interventi distinti, che però, sommati l'uno all'altro, compongono una vera e propria riforma del diritto di famiglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi