Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2010 alle ore 14:52.
Con una pagina pubblicitaria pubblicata sui maggiori quotidiani è partita l'Operazione Velasca. Il claim pubblicitario recita: «Un pezzo di storia non ha prezzo. Ma ha certamente valore». La dichiarazione appare laconica ma rispecchia la realtà. La torre degli anni '50 non può più competere con i nuovi grattacieli della Milano dell'Expo. Come pubblicato sul nostro giornale lo scorso febbraio, da qui al 2015 verranno immessi sul mercato milanese oltre 1,7 milioni di metri quadri di terziario che si andranno a sommare agli attuali 11,57 già presenti. E più del 60% saranno certificati di classe A.
Sulla carta nel 2015 Milano potrà contare su ben 14 edifici sopra i 100 metri (dal Curvo, il Dritto, lo Storto di CityLife fino al Pirellone bis) e la torre Velasca con i suoi 52 anni di età e 106 metri di altezza perderà molto del suo valore. Al gruppo Fondiaria Sai della famiglia Ligresti non rimane dunque che pubblicare un sito che contiene tutte le informazioni relative alla vendita dello storico immobile a forma di fungo.
Dopo un doveroso cenno storico, costruita nel 1958 da un gruppo di architetti di Milano, ovvero Banfi, Belgioioso, Peressutti e Rogers è uno dei simboli più noti della città, la presentazione annuncia i dati tecnici dell'immobile. La struttura è formata da 27 piani fuori terra e 2 piani interrati, è costruito in cemento armato, la copertura è a falde con lastre in rame e i serramenti esterni sono costituiti da infissi in alluminio con vetro semplice, quelli interni sono in legno e gli spazi comuni hanno porte antincendio. Gli impianti di riscaldamento/condizionamento hanno ventilconvettori e bocchette; l'impianto elettrico è con quadri di distribuzione ai piani. L'edificio è dotato di quattro ascensori per gli uffici, due per le abitazioni, uno di servizio e uno per i vigili del fuoco. Nel prospetto viene anche indicata la redditività lorda attuale del fabbricato è pari ad 3.526.266 euro che deve scontare un alto tasso di uffici sfitti: il 33% dell'immobile risulta vacancy. Nonostante l'alta percentuale di porzioni abitative libere il canone prospettico indicato è stimato in 5.250.000 euro. «Tenendo buono questo valore - spiega un importante operatore nelle valutazioni immobiliari, a cui è stata chiesta una prima stima indicativa - per un immobile del genere si può ipotizzare un prezzo di vendita di circa 90 milioni di euro a cui se ne potrebbero aggiungere altri 5-6 milioni per l'inevitabile ristrutturazione». Il prezzo ipotetico - il gruppo Ligresti non ha fornito cifre - è stato ottenuto utilizzando un indice di capitalizzazione dell'investimento pari a 0,6%, cioè molto alto vista la posizione centrale dell'immobile.