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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 18:37.
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Nel corso del Settecento la riscoperta dell'antico rielegge Roma capitale culturale del mondo. L'elemento classico con la sua perfezione e armonia formale diventa contemporaneamente esaltazione del passato e modello con cui riflettere sul presente. Pensiamo a Canova, «emolo di Fidia» e insieme uno degli artisti più moderni dell'epoca grazie alla rilettura del suo tempo attraverso la classicità. Nasce il Neoclassicismo.
Dunque la città eterna, dove «ciò che rimane in piedi è sempre stupendo, così come ogni frammento è venerabile», scriveva Goethe, diventa punto di riferimento per l'intera Europa. L'attività di scavo riporta alla luce un patrimonio incommensurabile, Joachim Winckelmann amava definire la città «la gallina dalle uova d'oro», e proprio da quel patrimonio che fiorisce la disciplina archeologica, l'arte del restauro, ma anche del copiare e del falsificare; vengono inaugurati i Musei Capitolini (1734) e il Museo Pio-Clementino (1771), (l'arte deve essere conservata) e si moltiplicano le accademie: da Roma si esportano esempi figurativi che servirono alla formazione di generazioni di giovani. Proprio nella più antica d'Europa , l'Accademia di San Luca, si formò Jacques-Louis David, il suo saggio intitolato«Ettore» fa parte della mostra «Roma e l'antico. Realtà e visione nel ‘700», allestita fino al 6 marzo nel restaurato Palazzo Sciarra, il nuovo spazio museale delle Fondazione Roma che insieme al vicinissimo Palazzo Cipolla conta circa 1.500 metri quadrati.
Le sette sezioni della mostra
Tutti questi aspetti vengono affrontati nell'esposizione costituita da sette sezioni e da circa 140 opere (originali e molte copie) tra sculture, oggetti decorativi e dipinti provenienti dal Louvre, dal Museo Archeologico di Madrid, dall'Ermitage e dal Victoria & Albert Museum di Londra. Tanto per citare qualche istituzione. Si parte con una serie di vedute di Roma realizzate da Gaspar van Wittel, detto il Vanvitelli e da Giovanni Paolo Panini che riceve il visitatore con i suoi capricci, poi si fa strada una delle sezioni più importanti dedicata alla resurrezione del popolo delle statue: nessun secolo come il Settecento può vantare un numero così grande di ritrovamenti archeologici. Ecco la statua di Flora, tra le più belle figure drappeggiate di Roma che fu ritrovata nel 1744 a Villa Adriana e donata a Benedetto XIV, e ancora alcune riproduzioni dipinte della decorazione del Corridoio delle Aquile della Domus Aurea. A proposito di Domus Aurea, un video di 17 minuti realizzato con la tecnica della computer grafica ci porta nelle stanze della dimora di Nerone, nella loro originale ricchezza ornamentale, così come si mostrarono nel 1774 dopo gli scavi voluti da Clemente XIII.