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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 17:47.
E' davvero un anno speciale quello del 33mo Premio Ubu. È stato infatti assegnato a Roberto Saviano il premio speciale Ubu per il teatro. Al Piccolo teatro Grassi di via Rovello a Milano il premio è stato consegnato a Sergio Escobar in quanto lo scrittore non ha potuto partecipare alla serata presentata da Giole Dix.
È arrivato invece dalla Spagna Rafael Spregelburd che ha vinto il premio per il miglior testo straniero inscenato in Italia, ovvero Bizarra. Ex aequo con Bizarra si è piazzato Immanuel Kant' di Thomas Bernhard diretto da Alessandro Gassman, che si è anche accaparrato la statuetta del miglior spettacolo dell'anno per Roman e il suo cucciolo ex aequo col
Finale di partita diretto da Massimo Castri e con L'ingegner Gadda va alla guerra curato da Giuseppe Bertolucci con Fabrizio Gifuni.
«Ringrazio di cuore la giuria e sono molto fiero di ricevere questo premio inatteso» ha scritto Roberto Saviano. «Fiero - ha aggiunto - di ricevere l'Ubu che non è un premio teatrale ma Il premio per il teatro. Inatteso perchè, come ho spesso ripetuto, mi sento un abusivo del teatro. Anche se col tempo ho imparato che forse è un bene essere cittadini senza cittadinanza: non appartenere a nessun luogo vuol dire imparare ad attraversarli tutti». «È la mia vita - ha aggiunto - ad avermi insegnato questa sorta di capacità di sentirmi a casa ovunque. Quando non si ha nessuna casa, ogni luogo può diventare casa».
Saviano nella lettera inviata agli organizzatori del premio Ubu ha quindi aggiunto:
«Per me l'esperienza del palcoscenico è stata fondamentale. Lo spazio teatrale mi ha permesso di riappropriarmi di uno spazio umano, prima nell'allestimento dello spettacolo e poi, in maniera molto forte, nella messinscena. E questo Premio Speciale, oltre a lusingarmi per il suo prestigio, mi rende felice perchépremia uno spazio di libertà che per me ha
significato vita. Perchè il teatro è uno spazio altro, altro dai media, dai fogli, da internet, dalla televisione, dal cinema. Il teatro è il luogo dove si può ancora raccontare con i tempi propri del racconto orale». Lo scrittore ha quindi definito il teatro «che è in assoluto il luogo della menzogna, della rappresentazione della finzione», il luogo «dell'unica verità possibile». «Una verità - ha spiegato - che in questi giorni si vuole lentamente far morire. Alla quale si vuole togliere risorse, cibo e aria per poter dire: Vedete, il teatro non interessa più a nessuno. Queste sono le nuove forme di censura; togliere risorse a un settore per decretarne poi la naturale morte. Per questo oggi chi fa teatro e chi va a teatro compie un atto civile, un atto democratico e contro questo potere politico. In una parola chi fa teatro e chi va a teatro: è pericoloso».