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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 12:48.
«Questa l’ho già sentita». «Quest’altra, invece, è uguale spiaccicata a quell’altra ancora». «Sono sicuro, poi, che quell’altra prende spunto da quella lì, famosa che ha vinto tanti anni fa». Non c’è edizione di Sanremo che si rispetti senza una polemica sui brani inediti presentati in concorso che in realtà ricordano da vicino, nella melodia del cantato, nell’accompagnamento armonico o nell’arrangiamento, altri brani più o meno noti che appartengono al passato.
Plagi? Lungi da noi usare termini degni delle aule di un tribunale. Molto più placidamente parleremo di «effetto déjà vu» da festival che, anno dopo anno, affligge davanti ai teleschermi chi di musica si occupa per mestiere o per diletto. L’edizione 2011 non fa eccezione. Qualche esempio?
Un Vecchioni un po’ Cutugno
Del brano di Roberto Vecchioni «Chiamami ancora amore», si è detto che è uno tra i pezzi più belli in gara quest’anno. E c’è del vero, perché possiede un testo di spessore interpretato con rara intensità dal Nostro. Il passaggio melodico del ritornello è però parente stretto del refrain de «Gli amori» di Toto Cutugno, seconda classificata a Sanremo ’90. Scandalizzarsi? Perché mai: cose che capitano nelle migliori famiglie.
Battiato secondo Battiato
Altro brano di sicuro spessore, apprezzato da pubblico e critica è «L’alieno», portato sul palco dell’Ariston dall’ex leader dei Denovo Luca Madonia, con il maestro Franco Battiato. Proprio nel canzoniere di quest’ultimo è possibile trovare tracce della nuova hit: il riff è molto simile a «Sentimento nuevo» mentre il ritornello ripercorre le stesse frasi musicali della strofa di «Segnali di vita». Ma si sa: Pier Paolo Pasolini diceva che uno scrittore continua a pubblicare per lungo tempo sempre lo stesso romanzo, così come un regista gira per anni sempre lo stesso film. Vogliamo forse negare a Battiato (che tra l’altro è pure scrittore e regista) il diritto di «reinterpretare» due sue vecchie canzoni in una nuova?
Una provocazione?
Un dubbio supplementare sorge spontaneo: che il Maestro di Ionia abbia accordato scientemente il doppio «prestito» dal sua repertorio al discepolo catanese per creare un caso ad arte? Non si può escluderlo. Chi conosce Battiato sa che la provocazione gli ha sempre portato fortuna. Dalle polemiche sul di lui presunto «fascismo» ai tempi dell'album «Patriots» a quelle sorte, più di recente, per la filippica anti-bunga bunga del brano «Inneres auge». Forse «L'alieno» è solo un messaggio subliminale che il cantautore ha voluto inviare alla setta dei suoi adepti per monitorare la loro attenzione anche in contesto festivaliero.