Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 18:56.
Una questione tra siciliani, anzi, tra catanesi. E' una questione di arte e amicizia quella che ha portato a Sanremo Luca Madonia. C'entra un emiliano, Gianni Morandi, perché è stata la ragione che ha convinto Luca a buttarsi in un nuovo Sanremo. Ma lui si è circondato delle persone che ama e stima e che lo accompagnano in quest'avventura.
«L'ho chiesto tremante, a Franco Battiato, di venire con me a Sanremo – confessa Luca – ma lui ha detto sì e si sta divertendo da morire. E mi fa sentire bene stare sul palco e sapere che a un certo punto del mio pezzo arriva lui». E' stato proprio Battiato a scegliere il pezzo per la serata celebrativa dei 150 anni dell'Unità d'Italia, La notte dell'addio. «Una canzone meno conosciuta di altre, ma con una melodia bellissima, come se ne facevano un tempo. Con un testo delicatissimo che parla di un abbandono definitivo: Alberto Testa la dedicò a sua moglie che stava per morire».
Il terzo amico catanese è un'amica, Carmen Consoli, che affiancherà il duetto nella serata del venerdì. «A noi di votazioni e posizioni non ce ne frega niente. Anzi, a dire il vero non abbiamo nemmeno capito come funziona il meccanismo. Una cosa sola ci interessava: passare i primi due turni per arrivare il venerdì, per esibirsi con Carmen. Anche qui: nulla di deciso a tavolino, lo si sente, che è un rapporto vero, il nostro».
Lo stesso Luca aveva fatto da ospite nel Sanremo 2008, per accompagnare Mario Venuti.
«E dire che a Sanremo ci eravamo arrivati negli anni '80, la prima volta al Palarock, in mezzo agli ospiti stranieri, poi nell'88 in gara. La vivevamo da ventenni, presi dal vortice di questa follia… anzi, allora c'era ancora più follia, erano gli anni dei Duran Duran, degli Spandau, del delirio fuori dagli alberghi, dai ristoranti, e noi che arrivavamo dalle cantine non riuscivamo a crederci... Adesso naturalmente c'è una consapevolezza diversa, vivo con serenità questa piacevole follia di una settimana. Prima di tornare alla promozione "normale" del mio disco».
Già, la promozione, quella che senza imbarazzi e inutili giri di parole è la ragione principale per andare a Sanremo. Qui fai in pochi giorni quello che in due anni non faresti, confessa Luca. Che vive, comunque, con serenità l'uscita di un nuovo disco anche in un momento di grande crisi. «La crisi è innegabile, però ci sono altri canali, altre soluzioni. Per me come musicista l'importante è poter continuare a fare questo mestiere, esserci, insomma. Non possiamo farci travolgere o diventare tristi perché non si vendono più i dischi: pensiamo ai live, al pubblico. Io, poi, ho sempre cercato di sdrammatizzare questo mestiere, guardandomi un po' da fuori. Mi fanno ridere quelli che si lamentano di questa vita: ma che andassero a lavorare!».