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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 08:22.

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Illustrazione Guido ScarabottoloIllustrazione Guido Scarabottolo

La percezione olfattiva è strettamente legata a quella visiva. A 54 sommelier francesi è stato somministrato due volte lo stesso vino bianco, ma la seconda volta con l'aggiunta di un colorante rosso inodore e insapore. I professionisti del vino sono caduti nella trappola e hanno creduto di individuare i tipici sentori di mirtillo e pepe del rosso.
Per condurre la sua ricerca, Rosenblum si è impegnato in prima persona a tutto campo. Ha invitato alcuni amici a cena in un ristorante gestito da ciechi e allestito in un locale completamente buio. L'assenza di luce ha fatto sì che, se da un lato ha potuto riconoscere al tatto con maggiore precisione la forma dei cibi, dall'altro l'impossibilità di contemplarne i colori glieli ha resi abbastanza insapori. Anche l'occhio vuole la sua parte. E anche l'udito contribuisce al piacere del mangiare: un esperimento premiato con l'IgNobel, è stato eseguito facendo provare a un gruppo di soggetti 60 patatine Pringles identiche tra loro, ma facendo loro ascoltare il rumore prodotto dalla croccantezza della patata con delle cuffie. Tutti hanno considerato più fresche e gustose le patatine cui era stato associato un rumore più nitido e potente. «Le indagini neurofisiologiche sui primati mostrano che gli stessi gruppi cellulari si attivano sia alla vista che al gustare un alimento. La vista attiva l'ipotalamo, un'area che controlla l'appetito e i correlati del mangiare».

Nel libro viene anche raccontata l'esperienza di John Bramblitt che, divenuto cieco all'età di trent'anni, ha deciso di fare il pittore dopo aver avuto il privilegio di toccare i dipinti originali di Van Gohg e Cézanne. Ora esegue le sue pitture con una vernice cosiddetta "gonfia", che permette di riconoscere le forme dipinte con le dita, ed è in grado di distinguere anche i colori, testando la densità delle misture dei pigminenti. E che dire di Rick Joy, esperto di un tipo di labiolettura tattile chiamata Tadoma, che si esegue toccando il viso dell'interlocutore, in modo da leggere le sue parole, ma anche i suoi sentimenti? Rosenblum, raccontandoci le esperienze di due artisti, Marylin Michaels imitatrice professionista e Dave Thorsen prestigiatore, dedica un omaggio speciale alla scoperta dei neuroni specchio e al fenomeno dell'empatia. La nostra capacità innata di imitare involontariamente le espressioni del viso degli altri, per predisporli bene verso di noi, è definita ironicamente una forma naturale di "adulazione".

Alla vista è da sempre attribuita la facoltà di definire la bellezza. La bellezza dei visi, basata sulla simmetricità, ha lo scopo evolutivo di individuare nel partner uno stato di buona salute genetica. «Da tempo la ricerca ha mostrato che gli adulti con un bel viso sono più popolari a parità di altre qualità, hanno un maggior numero di relazioni ed esperienze sessuali, hanno più successo sul lavoro (con salari più alti) e minori probabilità di essere dichiarati colpevoli nei processi penali». Spiace dirlo ma, a quanto pare, la bellezza non è negli occhi di chi guarda.

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Il libro
Lo straordinario potere dei nostri sensi, Lawrence Rosenblum, Bollati Boringhieri, pagg. 462, euro 20,00

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