Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 15:12.

My24
11 aprile 1961, la «prima volta» sul palco di Bob Dylan. Il mito compie 50 anni (Olycom)11 aprile 1961, la «prima volta» sul palco di Bob Dylan. Il mito compie 50 anni (Olycom)

Martedì, 11 aprile 1961. Al Gerde’s Folk City, localaccio del Greenwich Village che serve al suo pubblico di intellettuali engagé musica rigorosamente tradizionale, è di scena il bluesman John Lee Hooker. Poco prima dell’esibizione il proprietario della bettola, un calabrese di nome Mike Porco, getta allo sbaraglio un ragazzino che non ha ancora compiuto 20 anni e pochi mesi prima è arrivato nella Grande Mela, viaggiando clandestinamente – a detta sua - su un treno merci.

Vota la tua canzone preferita

È ebreo, viene dal Minnesota, all’anagrafe risulta registrato come Robert Allen Zimmerman ma di lì a un anno inciderà il primo disco per la Columbia con lo pseudonimo di Bob Dylan. La grande storia passa spesso e volentieri per questi piccoli quanto curiosi incroci: questo mese ricorrono esattamente cinquant’anni dalla prima esibizione professionale del Menestrello di Duluth, un live act essenziale (chitarra acustica, armonica e un filo di voce gracchiante per un repertorio all’insegna di Woody Guthrie) che avrebbe cambiato la storia della musica contemporanea. E, ancora di più, quella del costume.

Sessantasette album per 70 milioni di copie vendute
La carriera di uno così la puoi misurare in molti modi differenti. La produzione discografica, innanzitutto: 34 album in studio, 13 live, 14 «best of» e sei progetti paralleli in collaborazione con altri grandi della musica. In totale fanno 67 album e 58 singoli prodotti. Sarà anche un’icona della controcultura degli anni Sessanta ma Dylan ha venduto tantissimo: almeno 70 milioni di copie che gli sono valse 40 dischi di platino, altrettanti d’oro e sette d’argento. Poi i riconoscimenti della critica: 11 vittorie ai Grammy su 12 nomination, un Oscar e un Golden Globe, perché sconfinare dalla musica al cinema è poca cosa per uno come lui. Più la (scontatissima) introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame dell’88 e ben cinque canzoni annoverate dalla stessa istituzione americana nella lista dei cinquecento brani migliori di tutti i tempi. E tanto per non farsi mancare niente, il suo nome ogni anno spunta tra i papabili per il Nobel alla letteratura. Quelli che, in giro per il mondo, vantano un curriculum del genere si conteranno sulle dita di una mano.

L’influenza del Maestro
Altro fondamentale metro della grandezza di Dylan sta nell’influenza esercitata sui suoi contemporanei perché, com’è noto, gli artisti comuni seguono le tendenze, quelli straordinari le determinano. Eccolo allora debuttare nel solco del folk più tradizionale e impegnato di Pete Seeger dello stesso Guthrie, con lo sguardo timido, i capelli crespi, gli standard reinterpretati nell’album d’esordio e quelli «imposti» dai successivi «The freewillin’ Bob Dylan» e «The times they are a-changin’», la partecipazione alla marcia per i diritti civili del ’63, la liaison con la già famosa collega Joan Baez e il suo ruolo d’icona beatnik che improvvisamente cresce.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi