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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2011 alle ore 16:43.

Si chiude prima ancora di partire l'avventura di Vittorio Sgarbi come curatore del padiglione Italia della Biennale d'arte di Venezia.
La questione del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia? «È come la Libia», dice il criticioi. «Basta polemiche, bisogna trovare un accordo e una soluzione perchè nei 150 anni dall'Unità di Italia questa - sostiene - è una questione di Stato».
Il problema, sottolinea il critico ferrarese confermando di aver presentato le sue dimissioni dall'incarico, sono i tempi ormai strettissimi visto che la Biennale d'arte si apre in Laguna il 4 giugno. «Il 15 maggio dovrebbero partire i lavori per l'allestimento - spiega - e allo stato delle cose siamo nel paradosso: pronti a partire in tutte le sedi dislocate d'Italia, grazie ai finanziamenti e alle disponibilità delle Regioni, ma non a Venezia dove ci sono 700 artisti invitati ma gli spazi per ora assegnati ne possono accogliere al massimo 200».
Da qui l'appello al governo: «Intervengano anche Bondi e Frattini che a suo tempo avevano fatto l'accordo con me», chiede Sgarbi. Che racconta di aver chiamato ieri sera il presidente del Consiglio: «Ho cercato di capire la situazione e ho capito che siamo in alto mare», rivela, «pare che Galan abbia messo sul piatto le sue dimissioni e per questo anche io ho offerto le mie. D'altra parte non posso continuare a lavorare per lo Stato in assenza dello Stato. Berlusconi è stato affettuoso ma la decisione va presa subito, chiedo al governo di assumersi la responsabilità». Questione fondamentale, ribadisce Sgarbi, sono gli spazi. Il presidente della Biennale Baratta ha messo a disposizione un nuovo padiglione nei giardini dell'arsenale «che vanta 3.800 metri quadrati», ricorda il critico, «ma non basta. Servirebbero almeno tre palazzi, è per questo che avevo chiesto la disponibilità di Cà D'Oro, delle Gallerie dell'Accademia di Palazzo Grimani e di Palazzo Marcello, altrimenti dove li metto gli artisti, nel Canale?». Tanto più, aggiunge, che deve essere ancora trovato lo spazio per collocare gli 89 monitor che dovrebbero collegare la Biennale con gli artisti ospitati nelle sedi degli Istituti di cultura italiana all'estero. Insomma, conclude Sgarbi: «Il programma del Padiglione è completo e bellissimo è solo che per trequarti delle mostre la sede è ancora da definire».
Nelle prossime ore, secondo quanto si apprende, negli uffici del ministero guidato da Giancarlo Galan si vaglieranno le ipotesi alternative. Sgarbi, che era stato nominato curatore del padiglione dall'ex ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, aveva aperto la polemica denunciando un problema di disponibilità di spazi per il suo progetto dopo che la sua nomina a sovrintendente del polo museale di Venezia (voluta anch'essa da Bondi e più volte bocciata dalla Corte dei Conti) non era stata confermata dal ministro Galan. I tempi ora sono stretti: la Biennale d'arte di Venezia aprirà i battenti il 4 giugno per chiudersi il 27 novembre 2001.
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