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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2011 alle ore 21:18.

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«La prima cosa che di solito mi chiedono è: chi conosci?» Paolo Baron, 45 anni che ne dimostra dieci in meno, aveva in effetti un conoscente. Da lì l'impresa da outsider nel mondo dell'editoria a Roma: da Toilet - collana con bollino esplicativo: i racconti da leggere in bagno e indicazione del tempo di lettura - a editore di Linea gialla, cinque ministorie delle Poste italiane, 200mila copie stampate per la gente che aspetta in fila, negli uffici da lunedì scorso.

Baron, napoletano trapiantato a Roma, conserva fiero l'accento e la testa rasata da musicista (con i Fuori Strada ha vinto il premio Ciampi nel '97), nella pagina Facebook dichiara la terza elementare («sono contro i social network che vogliono sapere tutto di te»), sabato scorso era al Salone del Libro di Torino accanto al direttore Eventi e rappresentanza di Poste Fabio Camerano per presentare l'edizione speciale di Linea Gialla, cinque racconti con tempi di lettura dai tre ai sette minuti.

Ha iniziato a occuparsi di editoria così: «Nel 2004 con alcuni amici decidiamo di stampare Toilet, l'idea è cercare nuovi scrittori per una collana con il nome della location dove secondo noi si legge di più, più del treno o del divano. Ci appoggiamo a librerie romane amiche, le cose vanno bene. L'anno dopo nasce 80144 Edizioni (codice di avviamento postale di Napoli ndr)». Toilet è ora un prodotto consolidato, a luglio sarà dato alle stampe il numero 20: «Nei primi cinque numeri che sono andati esauriti, c'erano racconti anche del premio Strega Antonio Pennacchi e di Pulsatilla. Oggi ci sono otto persone cattivissime che selezionano tutto quello che arriva. Si tratta spesso di storie anche forti. Cose che non si troveranno nei racconti per le poste perché il pubblico in questo caso è più generalista», diverso da quello del bagno.

Baron, che oggi ha costituito una società cooperativa con ufficio a Cinecittà, è diventato editore per le Poste italiane così: «A giugno scorso abbiamo pensato a una raccolta di racconti diversa da Toilet, l'intento è sempre lo stesso cercare nuova gente che sa scrivere e lasciarla libera: non vincoliamo nessuno con il diritto d'autore, il racconto può andare dove vuole. La faccio gialla perché giallo è il colore del tempo di attesa, non superare la linea gialla, il giallo del semaforo». È anche il colore delle poste ma questa è solo coincindenza che forse ha aiutato la fortuna. «Conoscevo uno che lavorava alle poste, in un ufficio- racconta Baron -. Gli propongo l'idea voglio verificare se alle poste interessa: lui dice scrivimi una mail, la scrivo, questa mail inizia un cammino da ufficio a ufficio. La fortuna è che nessuno la ignora, arriva in alto, fino all'ufficio Eventi e rappresentanza. È con loro che ho lavorato: e ho scoperto un mondo: pensavo a gente interessata più ai numeri ho scoperto grandi lettori, una passione per la parola scritta. Abbiamo sfrondato una tonnellata di materiale insieme. All'inizio ho fatto anche presente questa cosa della collana Toilet, del bagno, ma non si è scandalizzato nessuno».

In questi giorni l'editore continua a ricevere mail di chi ha un racconto nel cassetto. Spazientito osserva: «Io non chiedo tanto: chiedo solo che mettano nella mail nome, cognome, titolo del racconto e liberatoria firmata». Non fanno niente di tutto questo, come le grandi firme molti illustri sconosciuti mandano file senza titolo con nell'oggetto: per linea gialla, e basta.

In attesa di nuovi numeri della collana per le Poste quello già in stampa inizia con il racconto di un migrante: «My name is Tonino Scapece. I'm from Australia, but I was born in Policastro, Calabria. Ho ottantuno anni e due mani grosse come due bibbie». E finisce con la delusione d'amore della tredicenne Cristina, tradita dall'amato e dalla migliore amica, Sandra: «Vorrei dirti, Cristina, adesso che l'estate finisce in un nonnulla che a farti più grande e più sola saranno sempre le Sandre di turno e quasi mai quella fitta scomposta a cui dato il nome di amore imbrogliato, perché di solito le cose sono più mediocri che ingiuste».

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