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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2011 alle ore 17:45.

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La pianista Martha ArgerichLa pianista Martha Argerich

E' dal lontano 1977 che fra giugno e luglio, a Lugano, si fa jazz di alto livello. Il decollo è quasi timido, con il gruppo del grande sassofonista Archie Shepp e nient'altro. Nel 1978 arrivano Elvin Jones, Gary Burton, Don Cherry, Mal Waldron, Dollar Brand (che ora si chiama Abdullah Ibrahim).

Nel 1979 ecco Dizzy Gillespie, Art Ensemble of Chicago, Franco Ambrosetti All Stars, Woody Shaw, Dexter Gordon, Joe Henderson, George Meuwly; e compare per la prima volta il nome Estival, originale e indovinato per sottolineare che il Jazz Lugano Festival si svolge nei primi giorni d'estate nella centralissima piazza della Riforma della città, salvo maltempo o concerti fuori sede.

Negli anni seguenti, per l'impulso vigoroso e competente dei due patron Jacky Marti e Andreas Wyden, l'Estival diventa una delle maggiori manifestazioni specifiche d'Europa e del mondo. Lugano ha ospitato tutti i maestri della musica afro-americana, sarebbe inutile elencarli. Soltanto negli ultimi anni, per il declino naturale del jazz – non a caso definito la musica del Ventesimo Secolo – l'Estival ha patito qualche sofferenza, e però meno di altri, allargando la propria ottica a musiche e interpreti collaterali e complementari. In ciò ha precorso i tempi ospitando nel 1993 l'indimenticabile pianista Friedrich Gulda, virtuoso di Bach, Beethoven e Mozart come del jazz.

Estival Jazz 2011, dopo i due primi concerti a Mendrisio, ha proposto in piazza della Riforma un autentico scoop al quale gli immancabili scettici non hanno voluto credere fino alle prime note: la partecipazione all'Estival della pianista Martha Argerich in un concerto dedicato al tango insieme con i suoi "Friends", cioè il compositore, pianista e direttore Luis Bacalov, il bandoneonista Nestor Marconi e l'Orchestra della Svizzera Italiana diretta da Eduardo Hubert, anch'egli pianista. A chi per caso non lo sapesse, è bene rendere noto che da dieci anni si tiene a Lugano, sul far dell'estate, il Progetto Martha Argerich per cui l'insigne pianista riunisce intorno a sé (questa volta dall'8 al 30 giugno) una cinquantina di musicisti, alcuni assai noti mentre altri sono giovani talenti che non di rado si rivelano straordinari proprio in questa occasione. Nel Progetto 2011 è stata riservata particolare attenzione alle opere di Ferenc Liszt nel duecentenario della nascita.

Il concerto di Argerich & Friends, vario e affascinante, si è prolungato per quasi due ore, e il pubblico entusiasta che gremiva la piazza avrebbe voluto che continuasse ancora. Sul taccuino abbiamo annotato Libertango e Oblivion di Astor Piazzolla con Argerich e Hubert al pianoforte, Nueve de Julio di José Padula con Argerich e Marconi stupendo al bandòneon, Astoreando di Luis Bacalov con Argerich e Bacalov, la Suite Baires e la musica del film Il Postino, entrambe di Bacalov con l'Orchestra della Svizzera Italiana, e un'aspra suite orchestrale di Alberto Ginastera la cui parte finale è stata ripetuta come bis.

Dopo un intervallo interminabile per riordinare il palcoscenico, è salita alla ribalta la giovane pianista giapponese Hiromi Uehara in trio con Steve Smith chitarra-basso e Anthony Jackson batteria. Hiromi è la jazzista prediletta da Ahmad Jamal e Chick Corea per la sua tecnica eccezionale. Ma ha avuto ragione chi prevedeva che non le avrebbe giovato suonare dopo Martha Argerich (senza fare confronti, ovviamente: non scherziamo). Hiromi da un paio di mesi si aggira per l'Europa, e gli esperti che l'hanno già ascoltata hanno preso nota della sua tendenza a strafare a scapito dell'espressione.

Tuttavia, per il momento, hanno generosamente sospeso il giudizio in attesa dei suoi prossimi concerti italiani di Perugia (Umbria Jazz 11) e di Fano. A Lugano, forse sovreccitata dalla grande folla e da ciò che aveva ascoltato prima della sua sortita, Hiromi ha dato saggi vorticosi di velocità riscuotendo facili ovazioni, e poi – per fortuna – ha anche cambiato registro, talvolta mostrandosi perfino capace di poesia. Ai prossimi concerti l'ardua sentenza.

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