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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2011 alle ore 10:44.

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E' un live act quello del "Keith Jarrett Standards Trio" di domani sera agli Arcimboldi così atteso a Milano che sarebbe così scontato parlare di evento, un termine abusato e quindi inadatto per un musicista che dell'improvvisazione ha fatto arte. In un'estate musicale di alto livello per la scena milanese il ritorno di Jarrett è come un suggello.

Ma se le precedenti performance scaligere erano "solo piano" stavolta è accompagnato dai suoi fidi sodali Gary Peacock e Jack Dejohnette con cui condivide un felice sodalizio artistico da ventotto anni sotto il nome di Standards Trio, titolo del loro album di esordio. Per loro che sono ormai un classico del jazz è un atto di amore misurarsi ancora con gli standards della musica classica afro-americana: un'operazione culturale analoga a quella della musica classica ma nel segno di maggior libertà esecutiva. Non a caso la loro formazione risale ai libertari primi anni Settanta e si esprime nella scelta stilistica di cercare di improvvisare all'interno della tradizione.

L'improvvisazione è una musica al presente, che accade solo in quel momento e non si ripeterà più. E' un "unicum" nel solco della tradizione intesa come pretesto per addentrarsi nei territori della variazione assoluta. Si fa presto a parlare di "improvvisazione" ma è una vera e propria tecnica che richiede rigore e grande conoscenza in grado di creare quel flusso sonoro in cui l'ascoltatore può immergersi una sola volta. E richiede grande concentrazione da parte di Jarrett, la voce narrante del trio sostenuta dagli sciabordii dei piatti della batteria di DeJohnette e dall'accompagnamento sinuoso del contrabbasso di Peacock. Concentrazione, a volte fraintesa come capricciosa, per i disturbi esterni provenienti dal pubblico o dai fotografi. C'è una ricca aneddotica sui tic e le manie di Jarrett che accompagna ogni esibizione, in ogni caso pensando alla magia creata dall'improvvisazione del Trio più famoso del mondo non si può non condividere il richiamo di Jarrett alle continue distrazioni che rischiano di far perdere tante cose, i dettagli, la capacità di ascolto. E' un riconoscimento, in fondo, all'importanza del pubblico inteso come il quarto elemento delle triangolazioni musicali dei tre musicisti che dopo Napoli e Milano proseguono nel loro tour europeo.

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