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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2011 alle ore 21:09.

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«Una rivincita degli accademici contro la letteratura di genere». Così Cesare De Michelis, presidente della Marsilio, la casa editrice con sede a Venezia che circa 15 anni fa ha lanciato in Italia con Henning Mankell il filone del giallo nordico e pubblicato nel 2008 la fortunata trilogia di Stieg Larsson, Millennium («Uomini che odiano le donne» e «La ragazza che giocava con il fuoco») commenta l'assegnazione del Nobel 2011al poeta svedese Tomas Tranströmer.

Perchè proprio Traströmer?
«Con Tranströmer la Svezia rivendica l'appartenenza al mondo del sublime, il proprio posto nell'Olimpo della poesia, con un gesto quasi di fastidio, di contrapposizione, di ribellione ad una letteratura di genere, colpevole di aver mortificato la cultura nordica nello stereotipo del giallo. Lo fa con un autore che sicuramente ha molti fans nel mondo ma è un prodotto di nicchia. In Italia, ad esempio, ha ricevuto il premio Nonino nel 2002, un riconoscimento che si distingue per l'enfatizzazione della natura, dell'arcaicità, dell'antichità».

Una scelta snob quindi?
Sicuramente. La Svezia ha fior fiore di scrittori, di tutti i generi, giallo e non, che godono di un seguito di pubblico importante, ma l'Accademia ha scelto un poeta di 80 anni, muto, sconosciuto al grande pubblico, con una lunga storia che attraversa tutte le correnti del Novecento. Niente di più lontano da un Bob Dylan, ad esempio, che la stampa indicava come potenziale candidato al premio.

Ma in passato Stoccolma ha premiato anche un artista popolare come Dario Fo..
Questo non fa che risaltare la natura ondivaga del Nobel che potrebbe indifferentemente premiare un noto cantautore o un poeta di nicchia. Una attitudine sicuramente molto contemporanea, oserei dire post-rock. Come nei musei americani dove spesso capita di vendere nella stessa esposizione una Ferrari e un quadro di Picasso.

Il suo è quindi un giudizio negativo?
Nessun giudizio, ma una semplice constatazione. La Svezia ha scelto l'altra faccia della luna, quella nascosta. Contrapposta al successo planetario, arrivato anche alla ribalta cinematografica, di autori del genere giallo-poliziesco come Stig Larsson, Henning Mankell, Camille Lackerberg che vendono milioni di copie in tutto il mondo. La Trilogia di Stieg Larsson, ad esempio, ne ha venduto finora 60 milioni, un decimo di queste in Italia.

La Marsilio è stata la prima casa editrice a fiutare questo filone d'oro dei gialli nordici, come avete iniziato?
Con Mankell (nel 1991 «Assassino senza volto» ha dato il via alla fortunata serie del commissario Wallander) di cui ci avevano segnalato il successo riscosso in Germania. Da allora abbiamo pubblicato 50 titoli del stesso genere e ogni anno vendiamo 300-350 mila copie di tascabili.

L'ultimo titolo pubblicato?
«Lo scalpellino» di Camilla Lackerberg, selezionato dall'Accademia svedese del poliziesco come miglior giallo dell'anno, che abbiamo lanciato circa 10 giorni fa

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