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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2011 alle ore 12:24.

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Non tradirò certo la missione di questa grande Fondazione che ha un occhio di riguardo rispetto all'arte storica. Tant'è vero che nel mio programma, già condiviso con il presidente e con lo staff, un ruolo molto importante sarà dato al recupero di una centralità del Museo Correr in piazza San Marco, che ha un ruolo significativo nella storia di questa città e nei percorsi del turismo culturale. Il Correr diventerà, tornerà a essere il luogo delle grandi mostre e dei grandi eventi della Fondazione, che si occuperanno d'arte storica e di Novecento. A prevalere sarà un profilo di coerenza.

Sole. Che cosa intende?

Belli. Eventi pensati e progettati in un ambito disciplinare coerente con l'identità della fondazione. Ad esempio, la prima mostra che andiamo a produrre, nel terzo centenario della nascita di Francesco Guardi, è un evento che si aspetta da molto tempo e che dà l'opportunità di ripercorrere alcune tappe della ricerca di questi ultimi vent'anni per riposizionare Guardi all'interno della pittura veneziana del 700. Mostre di ricerca e grandi mostre, dunque, perché si avvalgono della collaborazione dei più prestigiosi musei del mondo. Sarà un evento significativo per l'avanzamento degli studi e per la gradevolezza e la qualità alta. Vorremmo invece scoraggiare eventi che arrivano e che transitano, impegnarci direttamente nella produzione culturale, possibilmente in partnership con i grandi musei del mondo. Le partnership oggi sono assolutamente fondamentali per la produzione e per l'economia di scala che si può produrre in questi rapporti virtuosi.
Al Museo Correr abbiamo un progetto di restituzione a Carlo Scarpa, che fece il primo impianto museografico del museo. Sarà un lavoro anche filologico, che riporterà il museo a questo momento storico della sua vita, degli anni '60, da dove Scarpa si è fermato, cercando poi di completare nell'area servizi la qualità dell'offerta culturale.
Tornando al contemporaneo, da cui siamo partiti, nel mio piano c'è l'idea di ridare, di rifondare a tutto campo quella che fu la galleria d'arte di Ca' Pesaro – un museo che io credo si debba restituire alla città come museo permanente del Novecento e del contemporaneo, ma che si debba anche costruire lì di nuovo un'attività scientifica, culturale di proposta, oltre che per la formazione, l'attività didattica. Naturalmente il contemporaneo si continuerà a fare anche in luoghi di eccellenza come il Fortuny.

Sole. Da tempo in Europa e nel mondo si organizzano mostre di taglio scientifico anche molto coraggiose, alla Fondazione Cartier ad esempio è in corso una mostra dedicata alla matematica. In che misura la Fondazione intende aprirsi ai temi della scienza?

Belli

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