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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2011 alle ore 12:24.

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Il primo di dicembre Gabriella Belli ha assunto l'incarico di direttore della Fondazione musei civici di Venezia, succedendo alla trentennale guida di Giandomenico Romanelli. Trentina, già presidente dell'Associazione nazionale dei musei d'arte contemporanea italiani (Amaci) e recentemente insignita della prestigiosa onorificenza di «Cavaliere delle arti e delle lettere di Francia» dal Presidente del Musée d'Orsay Guy Cogeval, Gabriella Belli ha lasciato dopo 27 anni la guida del Mart, ora affidata a Cristiana Collu.
Oggi a Venezia l'incontro con la stampa, con aggiornamenti sull'andamento e sul bilancio della Fondazione, e presentazione del nuovo direttore.
Gabriella Belli e il presidente Walter Hartsarich ne hanno anticipato i punti salienti al Sole 24 Ore.

Il Sole 24 Ore. Presidente Hartsarich, può innanzitutto presentarci la Fondazione?

Walter Hartsarich. La Fondazione è nata alla fine del 2008 e rappresenta 11 musei veneziani, tra i quali i più significativi sono Palazzo Ducale, il Correr, Ca' Rezzonico, Ca' Pesaro, il Museo del vetro, il Museo del merletto, Palazzo Fortuny, Casa Goldoni. Palazzo Ducale è per noi quello più importante: abbiamo circa 2,100 milioni di visitatori all'anno, di cui un 60 per cento va a Palazzo Ducale.
La Fondazione in questi due anni ha avuto un pregio rispetto ad altre realtà omologhe in Italia e spesso anche all'estero: ci autososteniamo. Non riceviamo fondi dal Comune o dallo Stato. Questo sostanzialmente grazie a quello che con una brutta parola si chiama bigliettazione, che rappresenta più o meno un 75-80% delle nostre entrate. Il resto è fatto da merchandising, bookshop etc.
Così secondo il nostro business plan del 2011 e valido fino al 2014.

Sole. Direttore Belli, che cosa significa passare da una realtà come quella del Mart alla complessità della Fondazione veneziana?

Gabriella Belli. Per me significa accogliere una grande sfida professionale, aumentare in maniera considerevole il campo delle responsabilità scientifiche e la mia capacità di collaborare all'interno a livello organizzativo, e naturalmente - cosa importante di questo passaggio - riuscire a trasferire comportamenti e metodologie in un nuovo modello: che non sarà il modello Mart, ma il modello Venezia. Infine, mettere a fuoco le strategie di tipo scientifico per andare a ricreare un'importante leadership, rispetto al passato e ai moltissimi soggetti che operano (e molto bene) nella città, soprattutto nel campo del contemporaneo.

Sole. Musei, palazzi storici, collezioni, un patrimonio soprattutto antico: come conciliare il grande retaggio del passato con l'immagine di Venezia città della Biennale e contemporaneo?

Belli.

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