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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2012 alle ore 15:20.

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«Ogni anno cerchiamo di invitare i migliori artisti mondiali, ma anche di scoprire nuovi talenti. Abbiamo portato qui musicisti giovanissimi e sconosciuti che ora sono famosi, come il pianista Olli Mustonen o i violinisti Marianne Thorsen e Henning Kraggerud, o la giovane Grace Kelly. Venne a soli 14 anni e poi suonò per Obama. Scrive sul suo sito che l'esperienza di Tromsø è stata la più bella della sua vita», afferma Ulf Jensen, da sempre direttore del festival. Ed è così che sullo stesso palco che nei giorni scorsi ha ospitato il Viaggio a Reims dell'opera del Mariinsky (andato esaurito in 30 minuti), o Larry Carlton e il suo quartetto, si è visto arrivare il ventiquattrenne Pål Moddi Knutsen, scalzo, arruffato, con un vecchio maglione norvegese. Imbracciata la fisarmonica ha cantato con l'orchestra una musica dalla potenza coinvolgente. Come belle e appassionanti sono state le melodie popolari riarrangiate dalla giovanissima violinista Julie Alapnes Norman.

La tradizione artistica di Tromsø risale alla fine dell'Ottocento (il primo impiegato comunale fu un musicista) e in attesa della notte giusta per osservare l'aurora boreale si possono ascoltare concerti a tutte le ore. Come quelli gratuiti all'ora di pranzo, nella sede del festival, un'accogliente costruzione in legno del 1789 che è la casa più antica della città, o all'aperto sul palco di neve nella piazza principale. Al pomeriggio e alla sera la musica si sposta in un cinema del 1915, uno dei più vecchi ancora in funzione o nella bella "cattedrale dell'Artico" (Ishavskatedralen) che simboleggia l'incontro tra due piattaforme di ghiaccio. Fino alle 4 del mattino si può sentire suonare dal vivo sul celebre battello postale Hurtigruten.

Ma il festival, che si è chiuso ieri, non è l'unica attrattiva culturale dei mesi più bui dell'anno: la metà di gennaio è occupata da un ricco festival di cinema con 80 film e 50 titoli di corti e documentari (sottotitolati in inglese) che stacca 57mila biglietti l'anno. «Ai primi di gennaio c'è anche la Polar night race – racconta Jens Johan Hjort, lo sportivo sindaco di Tromsø –: una mezza maratona nel buio del mezzogiorno, l'opposto della Midnight sun marathon, che d'estate fa il tutto esaurito. E da lunedì inizia la settimana dedicata alla cultura sami (le popolazioni indigene del Nord della Norvegia, della Finlandia, e della Svezia, ndr)». Eletto da pochi mesi, il sindaco sottolinea come la partnership artistica con il Mariinsky («una delle più belle esperienze culturali della mia vita») abbia aiutato la città a sviluppare le relazioni d'affari con i russi, che non sono state semplici dopo decine d'anni passati fianco a fianco ma divisi da una frontiera quasi impenetrabile.

Momento clou della settimana sami (il 6 febbraio è la loro giornata) la tradizionale corsa delle slitte, dove però le slitte sono state sostituite da sciatori aggrappati alle redini delle 12 migliori renne da corsa del mondo. I più bravi fanno 200 metri in 15 secondi. Seguono proiezioni di film, mostre, balli e yoiking, i canti tradizionali. Infine, un cantastorie racconterà quando, a fine Ottocento, un centinaio di sami furono assoldati dal governo americano perché insegnassero agli inupiaq dell'Alaska come allevare le renne. Ma questi, che sono cacciatori, le mangiarono tutte. E i sami rimasti senza bestiame si unirono alla corsa all'oro, scoperto nello Yukon.

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