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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2012 alle ore 08:19.

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Era l'ora del crepuscolo quando il vaporetto Principessa Mafalda, un po' ansimante, iniziava le manovre per entrare nella piccola rada di Marina Grande. L'arrivo del traghetto faceva scattare un metodico rituale: allora a Capri non esisteva ancora un molo e i barcaioli che avevano il compito di trasbordare i passeggeri a terra prendevano a gridarsi istruzioni quasi incomprensibili in dialetto napoletano: «Rema! Piano! Avvicina!».
Ad aprile gli arrivi da Napoli del traghetto postale della Compagnia di Navigazione del Golfo, una nave a vapore con ruote laterali, cominciavano a essere regolari, diversamente dall'inverno, quando spesso, a causa del mare grosso, le corse erano interrotte e Capri restava isolata dal continente. Con la navigazione tranquilla la primavera portava sull'isola i primi viaggiatori, perlopiù stranieri, che aprivano gli arrivi della bella stagione. Al comando di quel traghetto c'era il capitano Mario Cafiero, figlio di un anarchico pugliese che affermava di aver conosciuto di persona Marx ed Engels. Raccontava quella storia di frequente e i marinai, stufi di sentirsela ripetere, fingevano di ascoltarlo.
Il padre del comandante si chiamava Carlo Cafiero e proveniva da una famiglia della piccola nobiltà pugliese. Da ragazzo, a Barletta, avrebbe voluto diventare prete, ma poi, all'università, era stato attratto da un altro fervore religioso: il socialismo. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Napoli, era finito prima a Firenze, poi a Parigi, dove aveva assistito agli strascichi della Comune, quindi a Londra, dove forse aveva conosciuto Marx e sicuramente era entrato a far parte della cerchia dei giovani socialisti vicini a Engels.
Durante la tranquilla traversata il comandante non badò a chi avesse a bordo.
Col vaporetto giungevano sull'isola i giornali, il plico della prefettura per il comune, che conteneva le ultime circolari, quello per la stazione dei carabinieri, gli ordinativi del farmacista e le merci. Per primi, però, venivano trasbordati i passeggeri.
La sera del 23 aprile 1908 il mare era particolarmente calmo e il rossore del tramonto esaltava le bellezze dell'isola. Non erano in molti ad aver fatto la traversata di due ore da Napoli, poco più di una quindicina di persone. Per raggiungere Capri era anche disponibile il battello tedesco Nixe, che salpava ogni giovedì alle nove dal molo di Santa Lucia, davanti a Castel dell'Ovo, a Napoli, per giungere a Sorrento alle dieci e a Capri alle undici, puntuale come tutte le organizzazioni tedesche. In estate c'era una validissima alternativa perché la linea era coperta anche da un bateau-salon della Norddeutsche Lloyd.

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