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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 10:00.
L'ultima modifica è del 01 marzo 2012 alle ore 15:16.

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Fiori davanti alla casa di via d'Azeglio a Bologna dove abitava Lucio Dalla. (Ansa)Fiori davanti alla casa di via d'Azeglio a Bologna dove abitava Lucio Dalla. (Ansa)

Due date. La prima è 4 marzo 1943: giorno di nascita e insieme titolo del brano che segna l'ascesa di una stella di prima grandezza dell'italico catautorato. La seconda è 1 marzo 2012, giorno in cui quella stessa stella si eclissa per sempre.

Si sa che la storia della musica leggera è piena di incredibili congiunzioni astrali. E così Lucio Dalla, nato a Bologna quasi 69anni fa, se ne va per attacco cardiaco a tre giorni esatti di distanza dal «suo» giorno. Per giunta a Montreux, città svizzera in cui era arrivato per quello che sarebbe stato il suo ultimo tour ma soprattutto capitale europea del jazz, il genere musicale che ne ha segnato gli esordi. Se volessimo pesarne l'importanza con la fama, sarebbe sufficiente raccogliere una decima parte del fiume di dichiarazioni che politici, opinion leader, uomini e donne di spettacolo in queste ore gli stanno tributando.

Un fiume di omaggi. C'è di tutto: dall'ultima vincitrice di Sanremo Emma («Grande perdita») a Valentino Rossi che lo ricorda come amico; dall'erede e concittadino Samuele Bersani a Pierluigi Bersani («Era un poeta»); da Renzo Arbore («Si studierà a scuola») a Pippo Baudo («Rivoluzionò il festival della canzone italiana»), da Susanna Camusso che ricorda «L'anno che verrà» a Gianfranco Fini che lo piange postando un video su Twitter a Silvio Berlusconi che lo ricorda al vertice del Ppe. Sul web si rincorrono intanto i tributi di innumerevoli fan ed estimatori.

Cinquant'anni di carriera. Popolarità maturata in quasi cinquant'anni di carriera ai massimi livelli. Certo, Dalla non è stato sempre all'altezza di sé stesso: trascurabile, per esempio, il ritorno in gara a Sanremo consumatosi giusto una manciata di giorni fa. Si era presentato accompagnando il fenomeno da talent-show Pierdavide Carone, con il quale aveva eseguito un brano modesto, «Nanì», del quale è anche co-autore. Ma ogni tanto anche Omero si addormenta e una pagina da sorvolare in fretta in una biografia intensa e appassionante scappa pure all'autore più consumato.

Gli esordi. Nel 1964 debutta al Cantagiro, a 21 anni: presenta «Lei», scritta da Gino Paoli. A Sanremo desta non poca curiosità con «Bisogna saper perdere», abbinato con i Rokes di Shel Shapiro. Il 1967 fu l'anno del suicidio di Luigi Tenco che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, «Mondo di uomini», e con cui aveva stretto amicizia.

Il successo. L'affermazione vera e propria arriva nei primi anni Settanta: dalla stessa «4 marzo 1943» a «Il gigante e la bambina», ma la sua vena artistica giunge a maturazione tra il ‘74 e il ‘77, con la collaborazione con il poeta Roberto Roversi. Con «Com'è profondo il mare» Dalla diventa cantautore e le vendite dei suoi dischi decollano anche grazie a genialate in forma di musica come «Disperato erotico stomp». Nel 1978 realizza «Lucio Dalla», uno dei dischi più importanti della musica leggera italiana, e probabilmente il più rappresentativo dell'artista bolognese. «Anna e Marco» e «Stella di mare» diventano dei classici.

Nella «Repubblica delle Banane». Nello stesso periodo, l'amicizia con Francesco De Gregori sfocia in alcuni brani cantati in coppia («Cosa sarà» e «Ma come fanno i marinai») e un tour congiunto, «Banana republic» che resta nella storia. Dall'esperienza, cui partecipa tra l'altro Ron, viene tratto un fortunatissimo album live.

La svolta pop. Nel 1986 incide «Caruso», omaggio al celebre tenore napoletano che diventa il suo maggiore successo: verrà ripresa anche da Pavarotti e incisa in una trentina di versioni in tutto il mondo. Ma siamo su territori decisamente più «easy listening» e pop rispetto alle origini. Il 1988 è l'anno di una nuova, inattesa accoppiata con Gianni Morandi, per un album e un tour. Nel 1990, Dalla stupisce ancora, con una canzone di Ron, la filastrocca «Attenti al lupo» che diventa uno dei suoi brani più conosciuti nonostante la critica non gradisca. Grazie anche a questa canzone, il disco «Cambio» stabilisce il suo record di vendite. Eclettico negli anni Novanta: dirige la sua etichetta, la Pressing, compone musiche per film, realizza programmi tv, dipinge e fa il gallerista, incide «Pierino e il lupo», si cimenta con la musica classica e continua la sua attività di talent-scout.

Il ritorno con De Gregori. Il 2010 si apre con la notizia di un concerto insieme con Francesco De Gregori, a trent'anni da «Banana Republic», al Vox club di Nonantola, con la denominazione «Work in progress». Il concerto in breve tempo diventa «tutto esaurito» in prevendita. La coppia conduce la nuova trasmissione televisiva di Raidue, intitolata «Due», durante la quale i cantanti si esibiscono, singolarmente e in duetto, in cover e brani del loro repertorio. Amante delle isole Tremiti, Lucio Dalla è stato il direttore artistico del festival «Il mare e le stelle». Oltre che avventore di alcune delle località meno note e più affascinanti della costiera amalfitana. Ci mancherà: di gente in giro come lui, ce n'è rimasta davvero poca. Del resto lui stesso era stato chiaro: «E se non ci sarà più gente come me/ voglio morire in Piazza Grande, tra i gatti che non han padrone come me/ attorno a me»

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