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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2012 alle ore 14:59.

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Riti e miti di PasquaRiti e miti di Pasqua

Riti pasquali tradizionali in Italia, tra fede e folklore. La Settimana Santa s'illumina di numerose cerimonie che da secoli coinvolgono i fedeli di tutta la penisola. Ecco una selezione di eventi curiosi e imperdibili.

A Cividale del Friuli, Udine si gioca al "Truc". Muniti di uovo di gallina, sodo e decorato, gli ospiti degli Amîs potranno cimentarsi in questa tradizione ludica pasquale, di antichissima pratica, consistente nell'approntare un catino di sabbia digradante dalla caratteristica struttura ovale, in cui si fanno scendere, seguendo precise regole, le uova colorate con l'intento di farle toccare tra loro; chi riesce a colpire l'uovo dell'avversario vince una monetina. L'impiego dell'uovo risulta di pregnante simbolismo, in quanto eletto a emblema di rinascita e quindi elemento pasquale per eccellenza.

A Oleggio, Novara c'è la Corsa della Torta. La gara segue una processione durante la quale viene messa in scena la passione del Cristo e si svolge su un percorso di 500 metri. La corsa è riservata ai giovani celibi del paese come vogliono gli antichi regolamenti. La festa trae origine dal XII secolo, al tempo di ricorrenti rapine e saccheggi e vede i giovani dei rioni sfidarsi in una gara, il cui primo premio è, appunto, una "focaccia di formento". Oltre al palio, che il vincitore potrà conservare per un anno. Solo nel caso di tre vittorie consecutive da parte dello stesso atleta, il palio gli verrà definitivamente assegnato.

A Mantova si espongono i Sacri Vasi che secondo la storia/leggenda contengono il Preziosissimo Sangue di Gesù, raccolto dal soldato Longino, martirizzato nel 37. Costui, dopo aver ferito Cristo con una lancia, si pentì e ne raccolse il sangue in delle ampolle. Sin dal XIII secolo, l'avvenimento viene rievocato con una celebrazione che cade la sera del Venerdì Santo: dopo l'ostensione dei vasi sull'altare della Basilica, questi vengono portati in processione nelle vie centrali della città.

A Fiorenzuola D'Arda, in provincia di Piacenza, si gioca a "Pont e Cül", una vecchia tradizione risalente ai primi del '900. Dopo la Messa pasquale, la gente si riunisce nella piazza principale portando un suo uovo sodo, colorato o no, che il gioco vuole si debba battere contro l'uovo di un'altra persona. Chi riesce a rompere sia la punta che il fondo dell'uovo avversario, vince. La festa prevede la partecipazione di moltissime persone e si palesa quale originale prova di abilità, durante la quale si utilizza una quantità impressionante di uova, simbolo per eccellenza della Pasqua.

Il celebre scoppio del Carro, a Firenze deriva dalla reliquia delle schegge del Santo Sepolcro, conservate nella chiesa dei Santi Apostoli. Secondo la leggenda, i Crociati avevano distribuito al ritorno da Gerusalemme il sacro fuoco provocato da queste schegge. L'evento viene ancora oggi rievocato da una processione: il carro, trainato da buoi, trasporta un razzo che, dopo la messa, viene acceso in un frastornante scoppio.

A Tarquinia, Viterbo c'è la Corsa di Cristo. Questa cerimonia ha luogo il Venerdì Santo. I devoti trasportano in processione un'enorme statua di Gesù. La particolarità è che il corteo si svolge di corsa ed è accompagnato da spari di fucile, che incitano i fedeli ad andare ancora più veloce.

Si va di corsa Anche a Sulmona, in Abruzzo, ove la Pasqua si festeggia con il rito della "Madonna che scappa in piazza". La rappresentazione si svolge intorno a mezzogiorno. Prima vengono portate in piazza le statue di San Giovanni e San Pietro, i due apostoli che, secondo il Vangelo, si accorsero per primi della Resurrezione di Cristo. I simulacri vengono poi condotti verso la Chiesa di San Filippo, sotto i cui archi si intravede la statua del Cristo Risorto. La Chiesa, tra l'altro custodisce al suo interno una statua della Madonna Addolorata. A questo punto i due Santi bussano al portone della chiesa per annunciare la Risurrezione alla Vergine, la quale, incredula, esce vestita ancora di nero. Nel momento in cui la Madonna vede suo Figlio comincia a corrergli incontro e lungo il tragitto perde la veste del lutto, scoprendo, in un gioioso volare di colombe e spari di mortaretti, uno splendente abito verde ricamato in oro.

Le celebrazioni della Settimana Santa di Cagliari (Sa Chida Santa), infine, si svolgono lungo le vie del centro storico. Sono curate dalle tre antiche Arciconfraternite che fanno rivivere i momenti più suggestivi della Passione, morte e resurrezione del Cristo. Il Mercoledì Santo le consorelle del Santissimo Crocifisso lavano e profumano la statua del Cristo, per prepararla ai riti de S'Incravamentu (la crocifissione), che ha luogo il Giovedì. A questo rituale segue una processione molto sentita, in cui il simulacro del protettore della città, Sant'Efisio, viene vestito a lutto e condotto per le strade. Il momento più suggestivo rimane però la processione de S'Interru (corteo funebre) del Cristo morto che, seguito dall'Addolorata, viene portato fino alla Cattedrale di Santa Maria. Le celebrazioni si chiudono la Domenica di Pasqua con S'Incontru, cioè l'incontro dei simulacri della Madonna vestita a festa e del Cristo Risorto. Essi si inchinano l'uno all'altro per tre volte, dando inizio ai festeggiamenti della Pasqua.

A Sorrento, durante il Venerdì Santo, si snodano due processioni. La prima è quella "bianca", organizzata dall'arciconfraternita di Santa Monica. Il corteo inizia il suo pellegrinaggio visitando i sepolcri, nella notte del Venerdì Santo. Gli incappucciati sono accompagnati dal coro del Miserere. Con l'uscita della Madonna (la cui statua va in processione) alla ricerca del figlio catturato e condannato a morte, il corteo rientra. Sono le prime luci del nuovo giorno. Al tramonto del Venerdì Santo, invece, c'è la processione "nera", organizzata dall'arciconfraternita della Morte. Sempre in virtù della tradizione, si dice che rappresenti il ritrovamento da parte della Madonna del Cristo morto. I partecipanti indossano saio e cappucci neri, portando i martìri (ovvero i segni della Passione di Cristo) e conducendo in spalla uno splendido simulacro del Cristo Morto, in legno, realizzato secoli fa da uno scultore ignoto.

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