Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2012 alle ore 18:47.

My24

C'era una volta la letteratura postmoderna. Nessuno sapeva bene cosa fosse, ma per convenzione (e forse per istinto) certi libri di Gaddis, Barth, Coover, Barthelme, Doctorow, Pynchon e De Lillo venivano sistemati sullo stesso scaffale, accanto magari ai più fantascientifici Ballard, Vonnegut, Heller e Dick, agli "esotici" Rushdie e Cortázar e ai più giovani Antrim, Wallace, Bolaño e Palahniuk.

Cosa avevano in comune questi autori? Per scoprirlo dobbiamo andare indietro fino al 1691, quando William Congreve operò una distinzione che diverrà cruciale: quella fra novel e romance: «Nei romances», scriveva «il linguaggio elevato, gli Eventi miracolosi e le Imprese impossibili, catturano il lettore e lo sollevano a vertiginose altezze di Piacere, ma lo fanno precipitare al suolo ogni volta che sospende la lettura, sì che si irrita per essersi lasciato trasportare e divertire, per essersi preoccupato e afflitto per quanto ha letto […] convincendosi che non sono che menzogne. I novels invece son di Natura più familiare; ci stanno vicini, ci rappresentano i meccanismi degli Intrighi, ci dilettano con Casi ed Eventi curiosi ma non del tutto inconsueti o senza precedenti. I romances suscitano Meraviglia, i novels Piacere».

Quando nel 1741 Samuel Richardson pubblicò Pamela – un libro in cui venivano raccontati accidenti modesti come un padrone che cerca di sedurre una serva e un matrimonio combinato che decreta la rovina di una ragazza – si iniziò a parlare di novel of sensibility, quei romanzi che secondo il dottor Johnson volevano «rappresentare la vita nella sua realtà» sostituendo alle imprese degli eroi il trucco dell'identificazione del lettore nella vicenda attraverso la descrizione delle emozioni e soprattutto dello spettacolo della sofferenza che si rivela nei drammi della vita privata.

A partire da quel momento, il romance – che per quattromila anni aveva incantato il lettore con le storie di Gilgamesh, Ulisse, Enea, Sinbad, Beowulf, Roland, Perceval e del Cid e che era stato genialmente parodiato dall'Ariosto e da Cervantes – dovette soccombere sotto i colpi sempre più micidiali di Stendhal, Balzac, Dickens, Flaubert, Tolstoj, Dostoevskij e James resistendo solo per merito dei «poemi eroicomici in prosa» di Fielding e delle geniali eccentricità demistificatorie di Sterne, prima di riemergere nel 1922 al largo della spiaggia di Sandymount, a Dublino, come «moderna Odissea» o «epica del corpo umano» – nel caso in ispecie del corpo di Leopold Bloom – grazie alla sostituzione del modello mitico a quello narrativo, così come lo stesso autore dell'Ulisse andava spiegando ai suoi primi, terrorizzati lettori.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi