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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 12:15.

A poche ore dall'apertura del sipario, una cosa ormai è chiara a tutti: sarà un Sanremo singolare, il più insolito da dieci anni a questa parte. E non solo perché lo conduce Fabio Fazio, il presentatore che, nel 1999 e nel 2000, portò all'Ariston Renato Dulbecco e Michail Gorbaciov.
Stavolta ci si è messa una particolarissima congiunzione astrale, con le elezioni politiche a distanza di dieci giorni e le dimissioni papali della vigilia. E così, piuttosto che aspettare la gara rivoluzionata nella formula, tutti si interrogano su quanto potrà dire il comico genovese Maurizio Crozza: lui che lo imita in maniera sublime, commenterà la scelta dolorosa di Ratzinger?
Incredibile ma vero, a questo punto l'ipotesi che possa violare la par condicio diventa persino un dettaglio. L'unica certezza, comunque, è che l'attore avrà a disposizione mezz'ora sul palco, probabilmente nel cuore della prima serata. All'Ariston anche il tema delle nozze gay, con la presenza di Stefano e Federico, i due giovani torinesi protagonisti di un video, cliccatissimo sul web, in cui annunciano che dopo undici anni di amore si sposeranno il 14 febbraio a New York: «Penso che portare questa esigenza sul palco sia doveroso, stiamo parlando di un tema di risonanza internazionale», ha detto ieri Fazio che ha preferito non anticipare come la coppia racconterà la propria storia, né ha confermato le indiscrezioni su un possibile bacio. Il conduttore, come suo stile, si è limitato a precisare che l'argomento sarà trattato «con molta delicatezza». Quella che puntualmente Luciana Littizzetto ha dribblato: «No che non si baciano – ha deto ieri -, solo io posso baciare Pippo Baudo su quel palco».
Prima l'omaggio a Verdi, poi la gara
A inizio serata, l'omaggio a Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita con le note del Nabucco. Poi spazio ai primi sette big, con due brani ciascuno. Primo a salire sul palco sarà Marco Mengoni («L'essenziale», «Bellissimo»), poi Raphael Gualazzi («Senza ritegno», «Sai»), Daniele Silvestri («A bocca chiusa», «Il bisogno di te»), Simona Molinari con Peter Cincotti («Dr Jekyll e Mr Hyde», «La felicità»), Marta sui tubi («Dispari», «Vorrei»), Maria Nazionale («Quando non parlo», «È colpa mia») e Chiara («L'esperienza dell'amore», «Il futuro che sarà»). A pochi minuti dalla seconda esecuzione, si saprà quale dei due brani resterà in gara, in base al televoto del pubblico e al voto della giuria della stampa (che peseranno entrambi per il 50%). Ad annunciarlo, i «presenter»: Marco Alemanno per Mengoni, Ilaria D'Amico per Gualazzi, Valeria Bilello per Silvestri, Flavia Pennetta per Molinari-Cincotti, le sorelle Parodi per Marta sui tubi, Vincenzo Montella per Maria Nazionale, Stefano Tempesti per Chiara.
Premio a Cutugno, «capo» dell'Armata Rossa
Ospite speciale della serata Toto Cutugno, «con 40 soldati e tre generali dell'Armata Rossa: avete letto che il festival è eterodiretto dalla Russia – ha scherzato Fazio in conferenza stampa, alludendo alle recenti affermazioni di Anna Oxa - e quindi c'è l'Armata Rossa. Ma nessuno sapeva che il capo è Toto Cutugno: l'avevamo sempre sospettato, ora l'intrigo viene svelato e Toto viene con una pattuglia e ci invadono, almeno credo di aver capito così». Cutugno riceverà un premio alla carriera e festeggerà i 30 anni dell'«Italiano», il cui testo è stato attualizzato dal pubblico sul web.
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