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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2013 alle ore 22:35.

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In una gara senza eliminazioni la cosa più ovvia, a tappe intermedie, è che siano gli ospiti a prendersi tutta la luce dei riflettori. Va a finire così anche nella seconda serata, con quasi 12,5 milioni di telespettatori, del Sanremo «riformato» da Fabio Fazio: stavolta è la première dame Carla Bruni, protagonista di un improbabile duetto canoro con Luciana Littizzetto, a tenere banco. Spiccano anche Beppe Fiorello in versione Mimmo Modugno e Neri Marcoré nei panni di Alberto Angela. E per fortuna, rispetto alla prima puntata, mancano le polemiche. Nel concorso si distinguono comunque Elio e le Storie Tese per l'attualissima mise da chierichetti sfoggiata nel brano «Dannati forever», ma soprattutto per l'iperbolica «Canzone mononota», brano cult che resta in concorso e promette sorprese.

Il momento clou è l'apparizione di Carlà: «Avete mangiato le stesse cose, bevuto la stessa acqua e perché te sei così e lei no?», ha detto Fazio alla ex première dame presentandole la conterranea Littizzetto. Così è scattata la parodia di «Quel'un m'a dit'», trasformata da Lucianina nella maccheronica «Chanson de Carla Bruni», facendosi accompagnare alla chitarra dalla ex top model. C'era stata però anche la parte seria, con la Bruni che all'inizio della sua esibizione ha cantato «Chez Keith et Anita», brano del suo nuovo album in uscita in aprile. Il Festival dunque come occasione per promuovere il disco ma anche «giocare» con la Littizzetto e Fazio. E le polemiche politiche dei giorni scorsi circa l'opportunità della presenza della Bruni al Festival, causa di presunto sostegno a Cesare Battisti? Non pervenute.

«Più culo che anima, questa donna!»
Tante le battute a tema della conduttrice, grazie anche all'autoironia dell'ex première dame francese, «disponibile» a farsi bersagliare. Fino al punto di accettare la parodia di quel brano che lei portò a Sanremo qualche anno fa. La Littizzetto, cantando, ha ricordato che mentre a Carlà è toccato appunto il presidente francese Nicholas Sarkozy, a lei è toccato - da cittadina di Torino - prima «Chiamparin e poi Fassin», provando a mettere alla francese i due cognomi. E a proposito del fatto che all'una è andata bene e all'altra chissà, ecco ancora nella parodia della Littizzetto la frase «Lei première dame, io première nan, è andata meglio a te. Lei ha una coscia che è alta quanto me». Carla Bruni, secondo Lucianina, «ha avuto una vita difficile, è nata gnocca, è nata ricca, ha detto "mi fidanzo con un francese" e ha sposato Sarkozy; ha preso la chitarra e ha venduto milioni di dischi; ha detto faccio un bambino, non è più il tempo, ed è nato. Ha più culo che anima ‘sta donna. Se pesta una cacca sotto c'è un tartufo di quattro chili».

Fazio torna imitatore e duetta con Marcoré
Grazie al Sanremo della spending review Fazio ha persino riscoperto il gusto delle imitazioni, sua specialità degli esordi: ieri, complice Neri Marcoré, ha interpretato Piero Angela. Marcoré, che ha dribblato furbescamente la politica, è apparso prima all'Ariston come proclamatore di Malika Ayane imitando Alberto Angela, quindi con Fazio hanno messo in scena uno sketch padre-figlio sul regolamento del festival, continuato poi a conclusione di serata. Nel mix di alto e basso, nuovo e tradizione, non sono mancati due elementi classici di Sanremo: la bellezza femminile e Domenico Modugno. La prima casella è stata occupata da Bar Rafaeli, top model israeliana ex di Leonardo DiCaprio, ieri bersagliata dalla Littizzetto, oltre che protagonista di un'improbabile performance alla batteria. A rendere omaggio a Modugno ci ha pensato invece Beppe Fiorello, arruolato per il lancio della fiction di Rai1 dedicata a Mr. Volare. Fiorello ha proposto un medley di capolavori, «Vecchio frac», «Tu sì ‘na cosa grande» e «Che cosa sono le nuvole». Indossava la celebre giacca azzurra dello smoking vestita da Modugno nel 1958, al Festival vinto da «Nel blu dipinto di blu».

Elii superlativi assoluti
La gara ieri sera ha proposto i mediocri Modà che porteranno avanti la banalotta «Se si potesse non morire », un Simone Cristicchi che rispolvera il suo humour nero con «La prima volta (che sono morto)», Malika Ayane (passa «E se poi»), gli italianizzati Almamegretta («Mamma non lo sa»), il solito Max Gazzè («Sotto casa»), Annalisa (va avanti «Scintille») ma soprattutto Elio e le Storie Tese che si sono presentati vestiti da chierichetti, modificando appena il testo di «Dannati forever» («pazzesco» diventa «pa, pa-pa-pa, pa-pa-pazzesco» e qualcuno lo interpreta come una possibile allusione al papa dimissionario). Chissà se bisseranno il secondo posto del '96 con «La terra dei Cachi», proseguendo la loro avventura con l'eccezionale «Canzone mononota», virtuosa e dissacrante come sarebbe piaciuto a Frank Zappa. Ma già concorrere a Sanremo con un brano del genere è una vittoria.

Blastema e Rubino avanti nella categoria Giovani
Il Festival ha emesso anche i primi verdetti. I Blastema, con «Dietro l'intima ragione», e Renzo Rubino, con «Il postino (amami uomo)» sono i due concorrenti del girone Giovani che passano alla finale di categoria, prevista nella serata di venerdì. Vengono eliminati Il Cile e Irene Ghiotto. Si segnala, in ultimo, il cordoglio espresso da Fazio per la morte del figlio di Franco Gatti dei Ricchi e Poveri, circostanza che ha impedito alla band pop degli anni Settanta e Ottanta di essere presente in Riviera. Per scelta degli autori non sono stati rimpiazzati. E così il Festival ha chiuso persino in anticipo rispetto alla tabella di marcia.

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