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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 19:30.
Marco Mengoni è in testa davanti ai Modà: l'ha stabilito ieri sera il televoto sovrano. Adesso che entra in ballo la giuria di qualità verrà però sicuramente dato a Cesare quel che di Cesare e, cioè, a Gualazzi quel che è di Gualazzi perché il pianista urbinate che discetta di jazz modale davanti alle telecamere del Tg 1 piace alla critica e incuriosisce il pubblico. Curioso che proprio sugli ultimi a entrare nel novero dei «papabili» per la vittoria finale si stiano concentrando nelle ultime ore, sul web e fuori dal web, sospetti di plagio.
Il termine non ci piace – lo abbiamo detto in altre occasioni a proposito di altri Festival – sa troppo di tribunale e per questo non lo useremo. Parleremo piuttosto di eterno ritorno sanremese. Melodico e armonico. Quel curioso effetto déjà vu che ogni anno, intorno a febbraio, ci porta a risentire in Riviera ciò che, magari anni prima, avevamo ascoltato altrove.
Un certo Noel contro i Modà
Da ieri sul web circola con insistenza il nome di tale Andrea Noel, cantautore romano poco noto secondo il quale «Se si potesse non morire», brano in concorso dei Modà, sarebbe stato copiato da «Dimmi che è vero», canzone contenuta nel suo album «Prospettive» che sarebbe stata registrata alla Siae nell'ottobre del 2011. Per supportare la tesi ha messo su Youtube un montaggio in cui accosta i due brani per evidenziarne le similitudini. Il pezzo in questione risulta anche caricato sul profilo Soundcloud dell'autore due mesi fa. Senza entrare nel merito delle accuse, si coglie una effettiva somiglianza tra i due brani. Chissà che non si tratti più semplicemente di un caso di «convergenza evolutiva» tra Noel e il simpatico Kekko dei Modà.
Da un Marco all'altro Marco
Marco Mengoni da Ronciglione, primo in classifica provvisoria, propone la ballad facile «L'essenziale». Ascolti le prime note della linea melodica e dal Viterbese del 2013 arrivi alla Firenze del 2000: non sarà difficile cogliere una certa somiglianza con il Marco Masini di «Raccontami di te». Ma si sa che il tempo è una mera convenzione inventata dagli uomini: sono trascorsi tredici anni, siamo passati da un Marco all'altro e la musica non sembra cambiare granché.
Gualazzi tra Vasco e la Aguilera
La vera chicca, in ogni caso, si chiama «Sai (ci basta un sogno)». Vogliamo molto bene a Raphael Gualazzi: ce ne fossero in Italia come lui. Nel caso del brano in gara, però, l'effetto déjà vu ti porta a spasso da un continente all'altro: l'intro pianistico ricorda da vicino quello della «Sally» di Vasco Rossi nella versione di Fiorella Mannoia, l'armonia della strofa ha una progressione armonica che si avvicina a «Beautiful», hit di Christina Aguilera. E pure la melodia tende a girare intorno alle stesse note intonate dalla vocalist statunitense. Particolare divertente: «Happy Mistake», album appena uscito di Gualazzi che contiene «Sai (ci basta un sogno)», c'è un altro brano che si intitola «Beautiful». Come diceva il grande Italo Calvino, «l'inconscio è il mare del non dicibile».
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